Tra i tre ospedali cilentani che rischiano di perdere il reparto di ostetricia neonatale, il “Luigi Curto” di Polla potrebbe smarcarsi. Negli ultimi giorni, infatti, i parti al nosocomio del Vallo di Diano sono arrivati a 370, con un’impennata di 6 fiocchi soltanto nelle ultime 24 ore. Un bel regalo di Natale, dunque, per l’ospedale e per tutti i lavoratori del punto nascita. Una bella notizia, sicuramente, ma per la quale c’è poco per cui stare allegri. Lo spopolamento è un dato di fatto e il calo demografico della popolazione diviene ogni giorno che passa la più grave emergenza del meridione.
Facendo un rapido calcolo, si capisce come il Cilento non abbia raggiunto un numero alto di nascite. Nel computo per il mantenimento dei punti nascita degli ospedali pubblici non rientrano i parti avvenuti nelle strutture private, ma anche essi sono e rimangono in numero modesto. E se Polla va verso un sospiro di sollievo, problema solo rimandato, Sapri e Vallo della Lucania vanno lentamente verso l’addio ai reparti. Nella città della spigolatrice, il Comune retto da Antonio Gentile si è adoperato in tal senso. È stata infatti votata una delibera con la quale Palazzo di Città chiede ufficialmente alla Regione di Campania di intervenire per sospendere, rinviare o addirittura cancellare il Decreto Balduzzi.
Le cose non vanno meglio al “San Luca” di Vallo della Lucania: il sindaco Antonio Sansone aveva chiesto all’Azienda Sanitaria Locale di Salerno un risolutivo accorpamento con la struttura saprese al fine di superare lo scoglio del Decreto, ma anche per ridurre numerose problematiche che con l’unione possono essere archiviate senza complicazioni. Manca poco al 31 dicembre, ma se anche l’obiettivo di 400 nascite dovesse essere raggiunto, non si potrà lasciare l’argomento perché l’emergenza verrà soltanto rinviata di appena dodici mesi.