Nuova bocciatura per la Salernitana sul fronte dei playout. Dopo i precedenti tentativi, anche la Corte Federale d’Appello ha respinto il ricorso presentato dal club granata contro la decisione della Lega B di sospendere gli spareggi salvezza e comunicare ufficialmente le nuove date senza includere le squadre coinvolte, tra cui proprio l’ippocampo.
Le motivazioni della sentenza sono state rese note con un documento articolato, che smonta punto per punto le tesi presentate dalla società campana. Uno dei passaggi chiave è il punto 9 del dispositivo, dove viene citato l’articolo 27 dello statuto della Lega di Serie B. In particolare, viene evidenziato come la formazione dei calendari e le variazioni di data, orario e sede delle gare rientrino nelle prerogative del Consiglio Direttivo e del Presidente di Lega. Inoltre, come stabilito nel comma 2 dello stesso articolo, “non è ammesso reclamo” da parte delle società su tali decisioni.
Sulla sospensione del playout contro il Frosinone, la Corte è netta: «Il provvedimento ha tutelato il preminente interesse alla regolarità del campionato. Se i playout fossero stati disputati comunque, il loro esito sarebbe stato fortemente a rischio di inutilità, generando aspettative poi destinate a essere frustrate».
In sostanza, la scelta della Lega, firmata dal presidente Mauro Balata e attuata da Mauro Bedin, è stata ritenuta legittima e finalizzata a evitare un potenziale caos giuridico, che avrebbe messo a rischio l’intero impianto del torneo.
Capitolo Brescia
La Corte ha anche risposto al passaggio del ricorso in cui la Salernitana lamenta una lesione dei propri interessi a seguito delle vicende giudiziarie legate al Brescia. La replica è dura:
«Le doglianze della Salernitana sono in larga parte generiche, indimostrate o irrilevanti. Le conseguenze sulla classifica finale derivano da violazioni contestate al Brescia, già accertate in giudizio, e non dai provvedimenti impugnati».





