Il fatto non sussiste. Arriva l’assoluzione per otto, tra dirigenti e impiegati dell’Arpac accusati a cario titolo dal falso ideologico all’abuso d’ufficio in relazione ai rilievi fatti nelle fonderie Pisano. E’ caduto l’impianto accusatorio che aveva portato a processo tre dirigenti e cinque impiegati Arpac che avrebbero – secondo l’accusa – alterato i risultati delle ispezioni alle fonderie PisanoNessun reato per Vittorio Di Ruocco, dirigente responsabile dell’area territoriale Arpac dipartimento di Salerno, difeso dall’avvocato Michele Tedesco; Gianluca Scoppa, dirigente dell’unità operativa Suoli, rifiuti e siti contaminati; Maria Rosaria Della Rocca, dirigente dell’unità operativa Aria e agenti fisici; gli impiegati Cosimo Maiorino Balducci, Lucio Ferrara, Giancarlo Germano, Rocco Laezza e Gerardo Risolo. Il collegio difensivo era composto, tra gli altri dall’Avvocato Michele Tedesco e dagli avvocati Alfonso Della Rocca e Francesco Rizzo, Gaetano Pastore, Felice Lentini. Assoluzione da tutti i reati contestati (concorso in abuso di ufficio e falso) per tutti gli imputati relativamente al verbale di sopralluogo del 2013 alle Fonderie Pisano.
In attesa di leggere tra 90 giorni le motivazioni è opportuno ricordare che il legislatore ha esposto nell’art. 530 c.p.p. le formule assolutorie secondo un ordine logico: dalla più favorevole all’imputato a quella meno favorevole.
La più vantaggiosa è, quindi, quella che riconosce l’insussistenza del fatto.