Pisano: Nella Valle dell’Irno c’è lieve incidenza di tumori ma «i dati non sufficienti» - Le Cronache
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Pisano: Nella Valle dell’Irno c’è lieve incidenza di tumori ma «i dati non sufficienti»

Pisano: Nella Valle dell’Irno c’è lieve incidenza di tumori ma «i dati non sufficienti»

di Erika Noschese
I dati del registro tumori non sono sufficienti a decretare la pericolosità delle fonderie Pisano e, di conseguenza, a permettere all’amministrazione comunale di firmare un’ordinanza di chiusura dello stabilimento di Fratte ma una leggera incidenza c’è: per quanto riguarda il tumore polmonare, relativamente alla fascia d’età adulta maschi si registra una lieve incidenza con un parametro pari a cinque (la norma è 4% ma «non è rilevante perché potrebbero esserci vari fattori quale fumo, inquinanti atmosferici» mentre per le donne c’è un’incidenza maggiore «in linea con i parametri nazionali e regionali, dovuto ad un’eccedenza del fumo di sigaretta rispetto agli uomini». Questo in sintesi lo scenario fotografato dal dottor Primo Sergianni, direttore sanitario dell’Asl di Salerno, intervenuto ieri a Palazzo di Città per il quarto tavolo tecnico sulle fonderie Pisano. Un documento dettagliato, a detta della stessa Asl, ma non sufficiente a poter dire che l’aumento dei tumori è legato all’inquinamento ambientale prodotto dalla struttura di via Dei Greci. «C’è da dire che il registro tumori è una indagine epidemiologica che coinvolge tutta la provincia di Salerno, dà la fotografia dello stato di salute della popolazione attraverso una serie di dati incrociati che vanno dalle cartelle cliniche alle cause di morte. È un’indagine descrittiva, per valutare alcuni fattori devono entrare in gioco altri enti perché la patologia tumorale dipende da tanti fattori – ha spiegato il dottor Sergianni – I dati sono utili, la base di partenza per un’indagine che deve essere approfondita da altri enti e centri di ricerca scientifica che va a capire anche il tempo di esposizione di un cittadino. Il nostro registro tumori funziona, aggiornato ad inizio 2019, in linea con il dato nazionale e regionale. Noi come Asl stiamo potenziando il registro tumori, abbiamo assunto un medico del registro tumori e a breve ci saranno altre figure per recuperare il gap». Dall’Asl evidenziano che si tratta di un «dato di partenza di un’indagine epidemiologica, statistica, dello stato di salute di tutta la provincia di Salerno», fermo restando la necessità di mettere in campo uno studio differente, molto più incisivo che possa suddividere il territorio in micro aree, con un gruppo di lavoro più ampliato. «Noi ci stiamo, stiamo potenziando il nostro lavoro», ha detto ancora Sergianni. A volere i tavoli tecnici il presidente della commissione Ambiente Arturo Iannelli: «Io ho sempre detto che servono dati certi, non sono d’accordo con la narrazione di questi anni, non credo che nella Valle dell’Irno non ci sia un problema di inquinamento ambientale ma attribuirlo esclusivamente alle fonderie Pisano non è fattibile, mancano dati che stiamo approfondendo per avere in mano prove scientifiche – ha detto il presidente della commissione Ambiente – Non ci sono condanne, alle persone vengono passate informazioni sbagliate. Dobbiamo trovare una soluzione, non possiamo parlare di chiusura ma di delocalizzazione perché dobbiamo difendere i lavoratori». Iannelli ha ribadito la necessità di delocalizzare la fonderia per garantire ai cittadini una «vita sana, con un’aria respirabile». E intanto proprio ieri mattina il presidente del comitato Salute e Vita si è fatto portavoce delle denunce dei residenti della Valle dell’Irno a causa dei fumi delle fonderie che fuoriescono dai capannoni, «quindi fumi carichi di veleni non filtrati come quelli che nel 2018 l’Arpac definì esiziali», ha detto Forte. Il presidente Iannelli, dal canto suo, ha ribadito la necessità di predisporre «uno studio mirato epidemiologico sulle persone, disegnando una mappa, per avere un risultato certo, indagando anche sulle malattie infantili, collegate a tutte le forme di inquinamento che potrebbero essere presenti nella zona – ha detto – La Valle dell’Irno ha un problema, va valutato fino in fondo ma non abbiamo gli elementi per chiudere». Il sindaco Vincenzo Napoli ha ribadito che, senza dati certi alla mano, nessun atto contro le fonderie sarà messo in campo: «Il consigliere Iannelli sta curando questo aspetto con grande serietà e attenzione, la Pubblica amministrazione ragiona per atti e per fatti istituzionali, tanto che ci sono tutte le parti in causa che curano le risultanze degli studi scientifici – ha detto Napoli – Mi devo attendere agli studi scientifici che mi vengono consegnati, agli atti ufficiali. Qualunque azione verrà preso sulla scorta di indicazioni ben precise, dal Registro tumori non risultano particolari aumenti, stiamo verificando dati che potrebbero preoccuparci e solo in quel caso agiremo. De Luca è preoccupato dalle stesse cose che preoccupano me: la fabbrica lì non deve più starci ma non posso fare un atto autoritativo senza atti certi alla mano». Al termine del tavolo, con Arpac, Asl e Izsm, si faranno alcune riflessioni per valutare e strutturare un percorso di approfondimento, attraverso uno studio mirato che dovrebbe consentire di acquisire maggiori informazioni dal punto di vista tecnico-scientifico per valutare se esiste o meno il nesso causale tra l’attività delle fonderie, inquinamento ambientale ed eventuale aumenti di patologie, non solo oncologiche, nella Valle dell’Irno. A settembre, dunque, il prossimo tavolo che dovrebbe dare risposte sul percorso da intraprendere, con quali finanziamenti. «Procediamo con l’acquisizione di informazioni per quanto riguarda la delocalizzazione, cercando di mettere in moto – a livello amministrativo – meccanismi per accelerarla», ha aggiunto il presidente della commissione Ambiente.