«Creare un’unica società per la gestione dei servizi comunali per abbattere i costi». A rilanciare la proposta avanzata dal consigliere Roberto Celano è Pino Bicchielli vice presidente di Noi Moderati alla Camera dei Deputati che punta l’attenzione sul Salva comuni, «una sorta di salvacondotto degli amministratori locali».
L’amministrazione comunale di Salerno ha aderito al patto Salva Comuni, il 2023 sarà l’anno dei primi aumenti per i cittadini. Lei ha già chiarito la sua posizione ma alla luce dell’ultimo consiglio comunale cosa ne pensa?
«Alla fine con il “salva comuni” si aumentano solo le tasse e diventa una sorta di salvacondotto degli amministratori locali. Gli errori di 30 anni di cattiva amministrazione, di sprechi e di spese folli vanno sulle spalle dei cittadini e questa amministrazione invece di diminuire le spese frutto di gravi errori di valutazione aumenta le entrate mettendo le mani nelle tasche dei salernitani e non contenti ora vogliono alienare i beni della città. Tutto ciò nonostante trasferimenti eccezionali dalla Regione da quando De Luca ne è diventato Presidente. Credo, comunque, che sia necessario iniziare a invertire la rotta e un primo segnale potrebbe essere quello di recuperare la proposta del consigliere Celano di creare un’unica società per la gestione dei servizi comunali per abbattere i costi».
Un bilancio di questo anno che sta giungendo al termine e previsioni per il 2023?
«Il 2022 è stato un anno duro e difficile tra pandemia, guerra e crisi energetica ma le elezioni politiche hanno ridato al Paese una vera guida politica dopo decenni di governi frutto di deboli maggioranze parlamentari. Questo esecutivo è in carica da due mesi appena, ha condotto in porto una manovra finanziaria in condizioni difficilissime eppure ha realizzato la prima e più importante delle riforme economiche e sociali: una vera iniezione di fiducia. Oggi, con le conseguenze di due anni di crisi pandemica, una guerra in corso e un’emergenza energetica internazionale, un governo politico e una maggioranza politica hanno fatto in modo che si possa tornare a guardare con speranza al futuro. Lo vediamo con la propensione alla spesa che è tornata a dare segni di vita. Lo dicono i pubblici esercenti, che dopo aver assaggiato una crisi che si profilava ancora peggiore di quella causata dal Covid, hanno visto le strade tornare ad animarsi e i locali a riempirsi. Certo, molta strada c’è ancora da percorrere perché la zavorra di questi tre anni è pesante. Ma si è partiti col piede giusto. E poiché la prosperità non si crea per decreto, come del resto abbiamo visto che per decreto non si abolisce la povertà, queste prime settimane di legislatura che hanno coinciso con gli ultimi mesi del 2022 ci raccontano di un Paese che è pronto a ritrovare la sua vitalità e di una politica che sa come realizzare le condizioni affinché questo potenziale possa tornare a esprimersi appieno. Queste condizioni non si realizzano con la bacchetta magica. Si realizzano con le riforme strutturali, ma anche con i giusti segnali. Con il segnale che lo Stato fa il proprio mestiere, ma non intende farlo contro i cittadini, bensì creando un ambiente normativo favorevole a chi lavora e a chi intraprende. Ed è proprio questo che mi aspetto dal 2023, un anno di ripresa con una politica a servizio dei cittadini e che non si serva dei cittadini».
Pontecagnano Faiano tornerà al voto la prossima primavera, crede nel progetto del centrodestra unito?
«Il centrodestra non può che essere unito, ora è coalizione politica che ha la responsabilità di governare il Paese e poiché stiamo lavorando per governare anche la Regione ogni comune che andrà al voto vedrà il centrodestra unito. A Pontecagnano “Noi Moderati” farà la sua parte e al tavolo abbiamo l’ottimo Enzo Casola che mi ha assicurato un lavoro di squadra che procede al meglio e insieme sapremo trovare il nome che farà sintesi delle nostre culture e riporterà il centrodestra alla guida della città. Anche a Pontecagnano avremo comunque posizioni chiare, è finito il tempo dell’inciucio del Governo per il Governo».
Prima Legge di bilancio del governo Meloni, soddisfatto dei risultati?
«Tempi stretti, coperta corta, polemiche dall’opposizione: non c’è stato nessun iter parlamentare di legge di bilancio che non sia stato caratterizzato da questi tre elementi. La novità questa volta era il poco tempo trascorso fra l’insediamento dell’esecutivo e la presentazione della manovra e l’enormità delle sfide da affrontare. Abbiamo superato l’esame: la gran parte delle risorse è stata destinata alla crisi energetica, ben 22 miliardi su 35 totali.
Vi è stata una forte attenzione alle famiglie, alle imprese e alle fasce di reddito più basse. Una manovra giusta. Noi Moderati si è contraddistinta su temi specifici e qualificanti: in particolare mi preme sottolineare l’estensione del congedo parentale anche al papà, l’azione a favore dei dirigenti scolastici, che è partita proprio da una segnalazione di dirigenti scolastici salernitani, e con grande orgoglio abbiamo aumentato il fondo donne vittime di violenza con un ottimo lavoro di squadra con il Ministro Roccella. Da un nostro primo emendamento poi siamo arrivati al bonus Sud che ha visto convergere tutte le forze politiche. Un ultimo accenno, poi, alla nostra battaglia per dare ai giovani un lavoro reale e non più un sussidio erroneamente denominato “reddito di cittadinanza”: e a chi nella sinistra ci ha attaccati per aver tolto la definizione “congrua” per la proposta di lavoro di chi è tenuto ad accettare chi oggi percepisce il reddito di cittadinanza ma potrebbe tornare ad essere produttivo, vorrei ricordare che i soldi del reddito vengono presi dalle tasse di tanti giovani che lavorano lontano da casa e che accettano, almeno all’inizio, impieghi non adeguati al proprio livello formativo. Non è il futuro che vogliamo, ma le falle di un sistema formativo-lavorativo non si risolvono con i sussidi ma con concrete politiche attive. Ed è ad una ampia riforma del sistema che lavoreremo nel 2023».
Noi Moderati, quarta gamba del centrodestra, diventerà un partito?
«Certamente. Finita la fase elettorale ora stiamo lavorando alla strutturazione sui territori. Saremo presenti con le liste di Noi Moderati alle elezioni regionali di Lombardia e Lazio. Oramai la maggioranza di centrodestra ha quattro soggetti non solo nel Parlamento ma nel Paese e in ogni territorio. Abbiamo riferimenti importanti sia a livello parlamentare, come il nostro capo politico Maurizio Lupi, che amministratori che hanno fatto del pragmatismo e dei risultati il faro della loro azione. Parlo del presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che sono ai vertici delle classifiche nazionali come gradimento tra i propri cittadini. In questi mesi tantissimi amministratori in tutta Italia e anche nella provincia di Salerno stanno scegliendo Noi Moderati e nei prossimi mesi la nostra attività sarà quella di mettere a sistema tutte queste importanti esperienze in un partito organizzato e strutturato».
Pnrr, importanti progetti anche per il capoluogo di provincia. Se potesse lanciare un appello all’amministrazione Napoli cosa direbbe?
«Finalmente anche la provincia di Salerno torna ad essere riconsiderata dopo decenni di isolamento nei grandi progetti nazionali. Sarà un impegno del centrodestra. L’amministrazione di Napoli è in continuità con un isolamento politico e amministrativo, visti gli ennesimi insuccessi credo che la città meriti ben altro livello di gestione e quindi dovrebbe accelerare la sua uscita, non immaginando che il futuro di una città come Salerno sia sempre nella gestione di pochi, quasi una famiglia, e non faccia sentire tutti i cittadini protagonisti».