Piccinno: Eravamo Tpo free già da tempo - Le Cronache Attualità
Attualità

Piccinno: Eravamo Tpo free già da tempo

Piccinno: Eravamo Tpo free già da tempo

di Erika Noschese

 

 

C’è grande fermento nel settore della bellezza e il motivo è l’entrata in vigore del divieto europeo sull’uso del TPO, una sostanza utilizzata negli smalti semipermanenti per catalizzarli e farli indurire rapidamente. Nonostante le aziende produttrici fossero a conoscenza della riclassificazione della sostanza in una categoria con presunti effetti cancerogeni, mutagene e tossici dal 2021, la notizia è arrivata tardi in molti centri estetici, generando confusione e allarmismo. La sostanza Trimethylbenzoyl diphenylphosphine oxide, che rende possibile l’adesione dello smalto all’unghia per un lungo periodo, è infatti stata riclassificata a seguito di test di laboratorio, rendendone il divieto automatico e senza deroghe nel settore cosmetico. In molti centri estetici si registra una situazione di forte disagio, con proteste e richieste di chiarimenti. Alcuni professionisti lamentano di essere stati colti di sorpresa, scoprendo di avere scorte inutilizzabili proprio quando il divieto è entrato in vigore. Ne discutiamo oggi con la titolare di un salone di bellezza, che ci darà la sua prospettiva su come stiano affrontando questa nuova e improvvisa normativa, quali sono i timori dei clienti e come intendono rassicurarli.

Tanti suoi colleghi sono stati presi alla sprovvista da quest’obbligo.

«Ho la mia linea di gel e lo sapevo già da tempo: le aziende con cui produco mi avevano già avvisata. Ho riformulato per tempo tutti i prodotti, per cui ero già TPO free da tanto tempo. Ho il mio private lab, e le aziende con cui produco si erano già regolamentate poiché già sapevano. Questo è perché dietro c’è un’organizzazione importante. Faccio il mio prodotto, ho un’esperienza di oltre 20 anni in questo campo, quindi ero già adeguatamente informata».

Anche i suoi clienti sono informati o chiedono a lei?

«I clienti chiedono, io spiego tecnicamente quella che è stata la normativa e quello che è stato modificato, che è un foto-iniziatore la cui molecola timica è stata modificata con un etilico, quindi non c’è alcun rischio. Poi, se vogliono, ci sono le schede di sicurezza di tutti i prodotti. Ma i clienti, per fortuna, si fidano. Poi la spiegazione basta darla correttamente e informare adeguatamente il cliente».

Nessuna reticenza, quindi.

«Ci sono dei clienti che magari sono particolarmente sensibili, o chi magari vuole aspettare, ma è una percentuale davvero minima. Se dovessi dire di avere avuto un danno, direi di no. Parliamo di tre-quattro clienti su un’infinità».

Ha notato differenze tra i prodotti con TPO e i TPO free?

«Le tempistiche sono un po’ più lente nella fase di polimerizzazione, ma a livello di tenuta non mi lamento. Sicuramente siamo un po’ più lunghi quando polimerizzano i prodotti: anziché 60 devono stare 90 o 120 secondi sotto lampada UV, ma in termini di lavoro non hanno prolungato troppo. Magari faccio fare un giro in più: si tratta di aspettare un minuto in più ma non incide nella tempistica totale del trattamento al cliente».

Un minuto che vale, per salvaguardare i clienti e i tecnici.

«Quello che è stato fatto è per i tecnici, più che altro, non per i clienti finali. Avendo letto la documentazione in merito, non ci sono influenze scientifiche sull’uomo. Gli studi sono stati fatti sui topi, e su ingerimento. La presenza nei prodotti è dall’1 al 3%, quindi percentuali molto basse. Questo prodotto è stato poi eliminato solo in UE, mentre in America è ancora consentito. Chi si sta lamentando è, verosimilmente, chi ha acquistato prodotti americani, dove il TPO è assolutamente valido e presente e non hanno cambiato le formulazioni. Chi ha fatto un investimento con marchi americani, oggi purtroppo si ritrova a dover buttare tantissimi prodotti. Nel mio caso, non usando marchi americani ma avendo produzione europea mi sono ritrovata con le spalle coperte».

C’è stata maggiore attenzione sul tema, in Europa.

«Le aziende di produzione non stanno inserendo più il TPO nei prodotti già da un annetto e mezzo. Parlo di aziende di produzione, non di distribuzione. La distribuzione è stata possibile fino al 31 agosto per il TPO».

Che senso ha lasciare libera la vendita di un prodotto che 24 ore dopo risulta obbligatoriamente inutilizzabile?

«Infatti, è stata una normativa stranissima, perché ho letto di colleghi che hanno acquistato entro il 31 agosto e poi hanno dovuto smaltire. Però lì puoi chiedere il rimborso e la sostituzione».

Ci sono altre sostanze attualmente da attenzionare?

«C’è l’EMA, ma è ancora tollerato: è stato attenzionato ma non eliminato. Anche se le aziende si stanno già tutte indirizzando a produrre EMA free. Prima c’era la formaldeide negli smalti, ma è stata già tolta da tanto tempo».