Piazza Cavour, vergogna di Salerno - Le Cronache Salerno
Salerno

Piazza Cavour, vergogna di Salerno

Piazza Cavour, vergogna di Salerno

Questo non è un ulteriore commento sulla devastazione di Piazza Cavour. Sarebbe del tutto inutile. La situazione attuale è evidente anche agli occhi di coloro che non volessero vedere e, magari, neppure sentire e parlare. Questa è la denuncia di una nefandezza. Perché, di quella Piazza, è stata distrutta l’anima. Un luogo identitario, una volta spazio ‘nobile’ della Città, è ora divenuto ‘ignobile’ e finanche una possibile sede di indecenze. Alcune sere fa, il Lungomare è rimasto al buio. Oggi, passando per quella Piazza, si nota che la recinzione metallica, pure sgarrupata, è aperta in almeno tre punti con varchi sufficienti a far passare tranquillamente una qualsiasi persona. Si vede dalle foto allegate. E, quindi: “chi controlla per evitare che questo possa accadere”? Certamente, non è un posto dove andare a passeggiare e neppure a sedersi, visto che le panchine sono ormai coperte da una sporca e immonda vegetazione. Né è consigliabile entrare per consumare un ‘panino con la frittata’ o giocare al pallone. Le uniche presenze giornaliere sono quelle dei topi, delle lucertole, delle blatte e, chissà, di qualche serpentello. Ma, di notte, magari senza luci e senza luna, nessuno può garantire che non ci siano altri frequentatori. Del resto, si sa che da noi tutto è possibile. Nelle macerie del Palazzetto dello Sport di via Clark, testimonianza dello sperpero di quasi 20milioni di euro, tra cumuli di rovine, luridi nascondigli, sudici arredi, acque putride e carcasse di varia origine, anni fa venne trovato il corpo di una donna. Morta ammazzata. Forse, sarebbe il caso di evitare che, a Piazza Cavour, possa emerger una dolorosa sorpresa, visto che chiunque, magari anche un giovane con la dose sbagliata, può entrarci liberamente. Per questo, sarebbe doveroso verificare le effettive condizioni dello spiazzo, del ‘bosco urbano infetto’ e delle baracche del cantiere, pure controllandone porte e finestre. Ovviamente, stando attenti a dove mettere mani e piedi. E’ davvero vergognoso, ma vergognoso assai, che la Città possa esibire ai turisti un luogo che farebbe arrossire gli abitanti di una qualsiasi bidonville. Con ogni rispetto per essi. Ora, benché non sia utile ricostruire la vicenda, già oggetto di pubbliche denunce, appare comunque opportuno ricordare che quella Piazza doveva accogliere un garage multipiano, esteso anche sotto i binari della ex linea Stazione-Porto, con 90 box privati, 16 stalli pertinenziali privati e 220 pubblici a rotazione, secondo un progetto di finanza presentato oltre 13 anni fa da un Raggruppamento di tre imprese. Poi, neppure è inutile sottolineare che, il 07/02 scorso, nel rispondere ad una Interrogazione Parlamentare, il Sottosegretario alle Infrastrutture dichiarò che le Ferrovie dello Stato erano ancora proprietarie dell’area con i binari, avendo il Comune solo un diritto di superficie trentennale costituito nel 2010. Eppure, nella gara indetta dall’Ente, al Raggruppamento di Imprese aggiudicatario venne assicurato eguale diritto per la durata di ben 99anni. Una anomalia evidente. Forse, si contava di eliminarla con la stipula dell’atto di acquisto, giacché le FFSS non avrebbero mai acconsentito agli scavi prima di questo, come precisato pure dal Sottosegretario. Quindi, quella criticità ‘grossa come una casa’ era già ben nota. E, infatti, nel 2013, in occasione dell’apertura della cosiddetta Metropolitana, tra Comune e FFSS fu sottoscritto un accordo di permuta per il trasferimento di quella proprietà all’Ente contro le Stazioni della Metro. Accordo mai andato in porto al punto che, alla data del 12/12/2020, la Giunta ritenne di affidare alla Direttrice del Settore Mobilità e Trasporti l’incarico di definire la questione. Mai definita. Alla fine, il 14/02/2023, l’Ente ha deciso di cambiare strategia avanzando la richiesta di acquisto in danaro, senza permuta. Però, mentre si pensava di essere arrivati alla conclusione di una ‘soap’, nel Dicembre 2023 la società concessionaria ha rinunciato al contratto, dichiarandone la risoluzione di diritto e reclamando il pagamento delle spese per € 3,3milioni più accessori, con riserva dei maggiori danni da quantificare. E, qui, la storia si è trasferita nelle aule di Giustizia. Intanto, benché si abbia notizia della disponibilità di FFSS a sottoscrivere l’atto, nulla di pubblico si sa della sua definizione. Si vedrà. A questo punto, però, una domanda è spontanea: “perché non è stato possibile definire il passaggio di proprietà secondo gli accordi di 10 anni fa”? C’è chi dice che le FFSS vanterebbero un vecchio credito, molto cospicuo, che, nel caso della permuta, avrebbe dovuto essere estinto. Qualcuno dovrebbe chiarirlo, perché una cosa è certa: i ritardi potrebbero aver consentito alla concessionaria di acquisire il diritto al risarcimento. Detto, salvo ogni errore. Ma, ci sarebbero altre cose da chiarire. In effetti, mentre al momento dell’aggiudica qualcuno osservava che le dimensioni delle imprese apparivano non congrue rispetto ad un appalto di € 9,4milioni, oltre IVA. nel 2016 l’assegnazione fu bloccata dagli stessi Uffici Comunali a causa di presunte irregolarità fiscali della Capogruppo. Il successivo contenzioso si chiuse nel 2017 con una Sentenza del Consiglio di Stato che invitò l’Ente a rivedere la posizione. Che, infatti, fu rivista anche se, con la successiva ripresa dei rapporti, nel Raggruppamento intervenne la sostituzione della Capogruppo con altra società. Su tutto questo, ci potrà essere chi vorrà approfondire. Non è compito di questo intervento. C’è solo da sperare che le dispute legali non producano ulteriori criticità di Bilancio, in aggiunta agli effetti concreti dello sventurato progetto. Oggi, sul recupero fisico della Piazza si sprecano le promesse, pure accompagnate dall’impegno ad accelerare il superamento immediato di quella infausta condizione che, però, dipende solo dalla Giustizia. In verità, questo dovrebbe essere un obiettivo primario, non tanto per garantirne la fruibilità, quanto per evitare che possa diventare quello che si teme: un luogo di facile accesso sede di commerci illegali o di vita illegale. Ammesso che non lo sia già. Tutto questo è avvenuto, e avviene, sotto gli occhi anche di coloro che sono delegati a garantire la corretta amministrazione, la sicurezza, l’onore e il decoro. Forse, sono stati almeno distratti. Non c’è niente da fare: la vergogna non esiste, in Città. E, forse è il caso di ricordarlo una volta di più, oltre l’ottava. VERGOGNA, NOVE VOLTE VERGOGNA!

Futura Salerno, Associazione Civica Salviamo gli Alberi, Gruppo Civico Ali per la Città, Gruppo Civico

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