di Carmine Landi
BATTIPAGLIA. Uno tsunami.
Con simile veemenza, in città, il caso dei pesci morti rinvenuti lungo la battigia battipagliese s’è abbattuto sull’opinione pubblica. All’ombra del Castelluccio, da qualche giorno a questa parte, non si parla d’altro che d’acque.
Divieto di balneazione a maggio, revoca a luglio, e poi tant’acqua in pentola in meno d’una settimana: dapprima i risultati delle analisi di Goletta Verde, che hanno denunciato l’alta presenza di escherichia coli dalle parti dell’Idrovora; poi, il dì successivo, alla luce dei rilievi Arpac, una nuova dichiarazione di non balneabilità, ma in tutt’altro luogo rispetto alla costa Sud, che è quella dove sfocia il noto canale; infine, l’apocalittico scenario delle carcasse di sarde, alici e granchi sulle rive del litorale, in compagnia di curiose alghe rosse. Ogni problematica, sia chiaro, è differente dall’altra, ma, visto che è d’acque che si parla, goccia s’è aggiunta a goccia e, alla fine, il vaso è traboccato.
Differenti le proposte dei cittadini: c’è chi suggerisce di recarsi in massa a Palazzo di Città, chi consiglia di creare un comitato e chi, addirittura, vuole che la gente venga invogliata a scendere in piazza
«Finalmente in molti si sono indignati». Chi parla è Cecilia Francese. La presidente di “Etica per il Buon Governo”, già consigliere comunale d’opposizione nell’era Santomauro, insieme al segretario, Gianluca Di Giovanni, organizza un convegno «con tutte le forze, politiche e non, che vorranno partecipare» attraverso il quale il movimento «presenterà le sue proposte di soluzione dei problemi legati alla depurazione».
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