di Brigida Vicinanza
Le porte del teatro San Genesio diventano una sorta di discarica a cielo aperto. Da giorni infatti l’ingresso dello storico teatro è invaso da buste della spazzatura e occupato dal degrado totale invece già da tempo. Sono 5 anni oramai che lo storico luogo di cultura e teatro ha chiuso i battenti e versa in un totale stato di abbandono. Da quando Alessandro Nisivoccia e Regina Senatore nel 2010 ebbero lo sfratto, il teatro popolare salernitano non ha più i suoi fondatori e cosa peggiore non esiste più un “teatro popolare salernitano”. La storia del teatro a Salerno ha un nome e cognome, Alessandro Nisivoccia. La “capanna” sulle quali fondava le sue basi era proprio il teatro San Genesio. “Non abbiamo più contatti i proprietari del teatro e quest’ultimo rimarrà assolutamente chiuso, preda quindi molto probabilmente del degrado totale”, a sottolinearlo è Anna Nisivoccia, figlia d’arte di Alessandro e Regina, cresciuta a “pane e teatro” e che ancora oggi ne mastica. “Il teatro versa in uno stato di abbandono dal 2011, da quando la mia famiglia ha dovuto per forza di cose lasciarne la gestione. Per quanto ne so il proprietario, che era di Roma, è deceduto e ora ci sarebbero i figli in quanto proprietà privata e inizialmente si parlava della costruzione di un pub, ora non si hanno più notizie”. Ma la situazione a questo punto potrebbe riguardare da vicino anche l’amministrazione comunale, in quanto l’incuria e l’inciviltà danneggiano un suolo pubblico, non rispettando comunque un vicolo storico, meta di tanti turisti. Ma più in generale Anna Nisivoccia, spera che la nuova amministrazione comunale possa mettere in piedi iniziative per valorizzare la cultura teatrale salernitana, e la cultura in sé, in quanto durante la scorsa amministrazione è stato fatto poco se non niente: “Se un luogo privato è in stato di abbandono probabilmente il Comune dovrebbe occuparsene a prescindere, ma già in passato l’amministrazione comunale non ha fatto nulla per evitarne la chiusura nonostante un colloquio avuto con mio padre. Se non si può fare teatro, almeno che facessero qualcosa per farlo diventare altro”. Poi Anna Nisivoccia continua, puntando il dito contro la scorsa amministrazione, che non ha fatto nulla per valorizzare la voce culturale: “Io spero in questa amministrazione, perché sulla scorsa stendo un velo pietoso. Non ho stima per chi in passato ha lasciato totalmente abbandonato a se stesso l’aspetto culturale di questa città. Non è stato sostenuto nessun tipo di livello di cultura, l’ex assessore Ermanno Guerra, se si è occupato di organizzare una mostra è stato già tanto, il suo assessorato è stato un enorme fallimento. Le luci d’artista non credo possano rientrare nella voce eventi culturali. Probabilmente non era in grado di svolgere quel compito, ad ognuno il suo mestiere. Mio padre dal 1971 ha sempre fatto tutto da solo, affinché quella zona soprattutto acquisisse un certo livello culturale. Ora è preda di ubriachi, risse e sporcizia. Non che prima sia stata migliore, ma almeno c’era qualcosa che tirava sù quella zona”. Si spera quindi, che la promessa di maggiore considerazione del neo sindaco Enzo Napoli, fatta dopo la morte di Regina Senatore, nel suo ricordo possa finalmente realizzarsi per Salerno e la sua cultura.