di Erika Noschese
Pazienti abbandonati dall’Usca dopo l’accertamento della positività; tenuti in casa fino ad una saturazione al limite; impossibilità di comunicare telefonicamente; attese infinite. Sono solo alcune delle problematiche relative all’unità speciale di continuità assistenziale denunciate dalla Cisl Medici che continua a segnalare alla direzione aziendale le criticità rilevate in ambito sanitario. Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, istituite per decongestionare 118 ed ospedali, e dare una adeguata assistenza ai pazienti Covid positivi presso il loro domicilio, “al momento senza un valido coordinamento ed un adeguato supporto tecnico sono diventate un carrozzone inutile che mortifica i medici che vi operano e lascia insolute le esigenze dei pazienti che sono completamente abbandonati. Fortunatamente è un fenomeno che riguarda non tutti I Distretti Sanitari di Base ma solo alcuni ed in particolare i territori che da 18 mesi sono vacanti di titolari. Ripetutamente abbiamo comunicato alla direzione aziendale di colmare i vuoti e non abbandonare al loro destino parte di cittadini della provincia”, ha dichiarato l’organizzazione sindacale. Nei giorni scorsi, infatti, le segreterie aziendali della direzione medica, veterinaria e sanitaria dell’Anaao Assomed, Cgil Fp, Cimo, Fassid, Federazione Cisl Medici, Fesmed, Fvm, Uil Medici hanno inviato una nota al direttore generazione dell’Asl per evidenziare tutte le problematiche esistenti, anche dopo aver offerto il loro contributo affinché si potesse fornire una sanità migliore, pur nelle sopravvenute difficoltà. Tra queste anche il fatto che i pazienti con tamponi falsamente positivi che vengono “controllati” dopo settimane, lasciando inutilmente in quarantena interi nuclei familiari; pazienti che per intere giornate hanno chiamato i numeri di telefono delle Usca territoriali senza mai ricevere risposta da parte di nessuno, perché in alcuni distretti non si è pensato di impegnare personale per rispondere alle continue richieste, né si è pensato di dotare di telefoni aziendali i Sanitari dell’Usca. Da qui la richiesta di un confronto con l’azienda sanitaria locale, anche nel rispetto dei dipendenti dell’Usca che hanno firmato un regolare contratto di ingaggio che li impegna per 12 ore diurne – dalle 8 alle 20 – eppure in qualche distretto li si vorrebbe obbligare ad una sorta di reperibilità h 24 e considerando anche si stanno impiegando i medici ingaggiati per lo svolgimento di attività proprie di altri dirigenti. “Si pretende che i medici che vi operano utilizzino per le attività istituzionali le proprie auto, anche per chi l’auto non ce l’ha, perché le auto di servizio occorrono per altri compiti di vitale importanza come accompagnare i dirigenti alle riunioni. Qualora poi si abbia la fortuna di avere in dotazione delle auto di servizio queste risultano insufficienti per le unità mediche disponibili tanto da obbligarle ad uscire tutte insieme riducendo notevolmente gli interventi – hanno dichiarato le organizzazioni sindacali nella diffida presentata ai vertici della Asl di Salerno- Non si è provveduto a fornire la strumentazione per la diagnostica ematica e strumentale necessaria per la gestione dei pazienti Covid + presso il domicilio”.