Quattordici patteggiamenti ed undici rinvii a giudizio. Questa la decisione del Gup del Tribunale di Salerno, Dolores Zarone, in relazione all’inchiesta che scardinò l’associazione per spaccio di sostanze stupefacenti guidata da Corsini e Ciaglia. Quest’ultimi due saranno giudicati il sei giugno attraverso la formula del rito abbreviato. Nello specifico è stato disposto il patteggiamento, concordato dal pm Vincenzo Montemurro, per Raffaele Franco, 14 mesi di reclusione e pena sospesa, Felice Gammella, a tre mesi di reclusione per una pena complessiva in continuazione di due anni ed undici mesi, Daniele Palumbo, a due mesi di reclusione per una pena complessiva di cinque anni e 19mila euro di multa e la revoca degli arresti domiciliari (il giovane è stato trasferito in comunità), Moreno Russo, cinque mesi di reclusione e 900 euro di multa per una pena complessiva di tre anni e nove mesi con la revoca degli arresti domiciliari, Alessio Caporaso, un anno ed undici mesi di reclusione con il beneficio della sospensione della pena, Moreno De Simone, un anno e due mesi di reclusione e 3000 euro di multa, Marco De Sio, 4 anni di reclusione 10mila euro di multa, Vincenzo Furno, due anni di reclusione per una pena complessiva in continuazione di quattro anni e otto mesi, Raffaele Iavarone, anni uno e sette mesi di reclusione con 6000 euro di multa, Agostino Moffa, un anno ed undici mesi di reclusione con il beneficio della pena sospesa, Alessio Torraca, un anno ed undici mesi di reclusione con 3600 euro di multa ed il beneficio della pena sospesa. Inoltre è stato disposto il patteggiamento a cinque anni e 18mila euro di multa per Angela Petringola, moglie di Ugo Corsini. Per quest’ultima l’accusa di associazione è stata ridotta al ruolo di partecipe e non di promotore ed organizzatore. Da evidenziare che per tutti coloro che hanno patteggiato la pena, tranne Angela Petringola, è caduta l’accusa di associazione a delinquere per narcotraffico. Disposto il rinvio a giudizio per Dario Cammarota, Raffaele Caramanno, Carmine Ferraiolo, Gianluigi Leo, Carmine Maisto, Luca Minella, Laura Monetta, Danilo Rescigno, Domenico Russomando, Vincenzo Rusticale e Yevheniy “Eugenio” Shandor. Assolti Ciro De Nigris, Yury Fumo, Vincenzo Della Monica e Fortunato Furno. Gli imputati si ritroveranno il 23 maggio 2014 davanti ai giudici, in udienza collegiale, della terza sezione penale del Tribunale di Salerno (presidente Anna Allegro). Fanno parte dell’ampio collegio difensivo, tra gli altri, l’avvocato Massimo Falci e Gaetano Bianco, Vincenzo Rispoli, Antonio Ciliberti, Bianca De Conclilio, Agostino Allegro, Maurizio De Feo, Luigi Gargiulo, Pierluigi Spadafora, Luigi Fiore, Stefania Pierro, Gaetano Bianco, Massimo Torre. Da rilevare che nell’udienza scorsa il pm Montemurro aveva chiesto 81 anni complessivi di carcere per gli undici indagati che avevano scelto la formula del rito abbreviato. Tra questi Ugo Corsini, per il quale sono stati chiesti 14 anni di carcere, ed Emilio Ciaglia, nove anni. Il Gup Dolores Zarone si pronuncerà si queste richieste il prossimo cinque giugno così come sulle richieste di assoluzione di Marcella Pizzo, Aniello Romano, Leonardo D’Amato e Carmelo Lanzara. Per gli inquirenti Ugo Corsini, il pescivendolo di Pastena era «capo, organizzatore e promotore» del sodalizio, gestiva in prima persona i rapporti con i fornitori di stupefacente, impartiva le direttive per il trasporto e per lo spaccio. Da quando era finito in carcere, nel dicembre del 2012, il testimone era passato alla moglie Angela Petringola, che riceveva le indicazioni durante i colloqui. Dell’organizzazione di vertice facevano parte anche Emilio Ciaglia e Paolo Oronzo Marseglia. Oltre allo spaccio di sostanze stupefacenti ai componenti della gang vengono contestate alcune rapine. In particolare al supermercato Sisa di Yury Gagarin ed alla sala Bingo di via Orazio Flacco (si impossessarono dell’incasso, circa 3400 euro). Fondamentale nella ricostruzione dei fatti le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Ciro De Simone, l’interrogatorio di Ugo Corsini e Antonio Di Giacomo, oltre che le operazione di controllo e sequestro effettuate dalla polizia.
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