Vincenzo De Luca non ci sta: la nomina a commissario del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni di Marcello Feola viene ritenuta illegittima. La decisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nella persona del ministero Gilberto Pichetto Fratin, non è stata vista di buon occhio dal presidente della Regione Campania che ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per vederci chiaro sulla vicenda e ottenere dunque giustizia. Nei giorni scorsi, il figlio di Vincenzo, Piero, che è vice capogruppo alla Camera dei Deputati, aveva avanzato una questione di illegittimità: «i decreti n. 35 e n. 36 del 25 gennaio 2023, con i quali il Ministro dell’Ambiente ha nominato i commissari straordinari dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio e dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni non soltanto sono politicamente sbagliati, ma sono anche nulli e dunque totalmente illegittimi – dice – ai sensi della disciplina vigente in materia, come interpretata dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 27 del 20 gennaio 2004, non solo la nomina degli organi dei Parchi nazionali, ma anche quella dei Commissari deve avvenire, infatti, d’intesa con i Presidenti delle Regioni nel cui territorio il Parco.
Chiedo al dicastero – aggiunge il primogenito di casa De Luca – di rivedere le proprie decisioni e provvedere a intervenire nel rispetto della normativa in materia nello stesso interesse degli Enti Parco. Gli atti che saranno eventualmente adottati dai Commissari, infatti, risentiranno del vizio di nullità e questo si tradurrebbe in un grave danno per il territorio». Non comincia sotto una buona stella, dunque, la nuova fase del Parco del Cilento iniziata poco meno di una settimana fa. il dicastero di Via Cristoforo Colombo aveva dato il via libera al commissariamento in attesa di una nuova norma sui Parchi Nazionali e tra gli obiettivi vi è proprio il superamento del giudizio da parte della Regione sul nome proposto da Roma. Feola si è insediato sabato scorso e ha davanti sei mesi da commissario, terminati i quali da Roma arriveranno nuove disposizioni per la guida dell’Ente Parco.
Da capire, adesso, se i tempi del Tar saranno più o meno lunghi del commissariamento stesso ed eventualmente quale sarà la decisione, fermo restando che sta ai giudici, adesso, decidere se accogliere o meno il ricorso. Diversi gli scenari che si prospettano adesso: il Tar potrebbe dare ragione a De Luca padre e obbligare il Ministero a nominare un commissario di concerto con l’ente regionale oppure potrebbe rigettare il ricorso facendo rimanere tutto nell’attuale situazione e dando a Marcello Feola la possibilità di chiudere il suo mandato di commissario. Un mandato che, stando ad indiscrezioni, potrebbe essere propedeutico alla nomina a presidente. Se la legge dovesse cambiare, per il Ministero sarà dunque più facile scegliere il nome del successore di Pellegrino e in questo modo il Parco potrà davvero rimettersi in moto dopo mesi di stallo e fermo obbligato. Tutto può succedere e la situazione può cambiare da un momento all’altro ma di certo c’è che, qualsiasi sia l’esito del ricorso, l’idillio tra Regione e Parco sembra essere destinato a non iniziare.