Pandemia e smart working ma cifre da capogiro per i dipendenti dell'Asl - Le Cronache
Ultimora

Pandemia e smart working ma cifre da capogiro per i dipendenti dell’Asl

Pandemia e smart working ma cifre da capogiro per i dipendenti dell’Asl

di Erika Noschese

In piena pandemia, nonostante lo smart working, i dipendenti dell’Asl hanno guadagnato più dei direttori. È quanto emerge dai resoconti che fanno riferimento al periodo della pandemia. Cifre da capogiro che vanno da oltre 20mila euro fino a 41mila. Suscita scalpore, infatti, la posizione del direttore amministrativo dei dipartimenti Salute Mentale, Prevenzione e Dipendenze che ha raggiunto quota 41.779,20 euro con il solo stipendio base, sfiorando i 55mila euro con le indennità covid e un totale competenze, quindi senza trattenute, pari a 66.274,42 euro. E non è l’unico caso: uno dei dirigenti C.M ha infatti uno stipendio base di 22.216,08 euro arrivando ad un totale di competenze pari a 74.578,07 euro e un netto di 44.444,00. Questi, ovviamente, non sono gli unici casi che si sommano – seppur con due filoni differenti e in alcun modo collegati – alle assunzioni irregolari che hanno sollevato un polverone e il conseguente avvio di un’inchiesta per accertare le irregolarità. Intanto, si difende il dottor Rino Pauciulo che, dopo il pensionamento, si era reso disponibile ad offrire il proprio contributo in piena emergenza covid, in servizio presso l’ospedale di Scafati per sei mesi, come prevedeva il contratto. Il medico smentisce la notizia del pensionamento a marzo 2020 in quanto avvenuto a dicembre 2018. “Con l’inizio della pandemia all’inizio di marzo 2020 (prima del bando dell’Asl) ho comunicato ai vertici dell’Asl Salerno la mia disponibilità a rientrare in servizio ove ve ne fosse stato bisogno”, ha detto il dottor Pauciulo che per sei mesi ha ricoperto il ruolo di responsabile del neo istituto ad hoc pronto soccorso covid del presidio ospedaliero di Scafati. La firma del contratto è avvenuta a marzo 2020, con un compenso orario di euro 60,00 lordi, onnicomprensivo (quindi senza straordinario, né buoni pasto). Ha assunto l’incarico il 19 marzo 2020 rendendo fino al 31 marzo 81.04 ore lavorative e, ha chiarito “impossibile quindi fare 96 ore di straordinario in 13 giorni oltre le ore rese. Analogo ragionamento per il mese di aprile 2020 con 208.53 ore lavorative. Nonostante il mio ruolo di Direttore ho svolto turni notturni per carenza di personale”. Dalle carte emerge comunque un quadro poco chiaro: molti dipendenti, infatti, nel periodo della pandemia hanno lavorato in smart working ma si sono ritrovati stipendi lievitati con cifre da capogiro che superano di gran lunga anche quelli dei dirigenti. Al momento però tutto tace e anche le organizzazioni sindacali non sembrano intenzionate a chiarire quanto accaduto.