Palumbo, maggiori incassi per il turismo - Le Cronache Attualità
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Palumbo, maggiori incassi per il turismo

Palumbo, maggiori incassi per il turismo

«Da un primo bilancio si può affermare che da circa due anni e mezzo le casse del Comune di Salerno hanno incassato 2.800.000 euro di imposta di soggiorno che è da considerare come un importante risultato che evidenzia una grande crescita». A snocciolare i dati Raffaele Palumbo, Componente della Commissione Turismo per la Camera di Commercio di Salerno evidenziando che la tassa di soggiorno è passata dai 94.444 euro del 2021 ai circa 500.000,00 mila euro del primo trimestre del 2024, compreso tra aprile e maggio, mentre per il 2022 era attorno ai 1.071.212,00 euro passando ai 1.271.355,00 euro del 2023. La Campania con le sue 61.000 imprese turistiche di cui quasi 15.000 in provincia di Salerno, seconda solo a Napoli, incidono per il 14,9% nel settore alloggi; 61% sulla Ristorazione; 2,6% per il settore Agenzie di Viaggi e Tour Operator. Gli addetti alla filiera turistica in provincia di Salerno sono 44.000 con un incremento di circa 300 lavoratori in più rispetto al III trimestre del 2022. «Inoltre se prendiamo in esame anche i numeri delle vie del mare “Travelmar”, con i cosiddetti turisti di transito, che hanno registrato nel 2022 circa 1.000.000 di passeggeri, mentre nel 2023 circa 1.500.000 di passeggeri che da Salerno sono andati in Costiera Amalfitana, possiamo verificare un incremento ancora più significativo. Nell’analisi dei dati l’elemento da cui partire è la tassa di soggiorno, un dato che monitora il reale flusso dell’incoming, con numeri certificati e verificabili da chiunque – ha spiegato Palumbo – A questi numeri dobbiamo aggiungere le 70 navi da crociere presenti al Porto di Salerno, che incrementano i flussi, nonostante non incidono molto sull’economia reale del pacchetto turistico (alloggio, ristorazione) perché è una tipologia di clientela che ha già acquistato nel pacchetto crociera i servizi di base, ma questo non significa che migliaia di turisti non consumano nei Bar, nella piccola ristorazione i prodotti tipici locali o non acquistano prodotti dell’artigianato locale, generando molti posti di lavoro per l’indotto della filiera turistica, diretta e indiretta». In una analisi più approfondita, in questo momento storico per Salerno, con l’apertura dell’Aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi e l’arrivo di importanti Compagnie aeree che collegheranno la città di Salerno con tutta l’Europa in modo diretto senza scali e lunghe code in autostrada da Napoli a Salerno, sarà un ulteriore tassello che vedrà quasi il completamento di questo puzzle che da anni si tenta di terminare, questo ulteriore elemento ci dovrà far riflettere per far sì che non si arrivi impreparati a questi innumerevoli appuntamenti storici per la città di Salerno e l’intera provincia. «Inoltre da sempre c’è uno stretto legame tra il turismo e l’industria del paese di destinazione, mi riferisco in modo particolare all’agroalimentare che nella provincia di Salerno è un importante settore che genera grandi fatturati e posti di lavoro. Sicuramente con l’apertura dell’Aeroporto ci sarà un ulteriore beneficio al territorio che deve vedere nel turismo lo sviluppo dello stesso, ricco di storia e tradizioni e allo stesso modo per l’industria dell’agroalimentare una crescita significativa del proprio settore, attraverso le immagini nell’aeroporto delle produzioni locali a campagne di sensibilizzazione della qualità dei prodotti coltivati nella provincia di Salerno. È indispensabile creare una sinergia con il settore della ristorazione attraverso l’utilizzo di quei prodotti coltivati nell’intera provincia, per applicare finalmente il famoso km 0 da consumare nei locali del posto – ha aggiunto – Se le principali motivazioni di viaggio per i turisti, vedono nella Provincia di Salerno, una percentuale pari al 26,9% per svago e relax nelle località balneari, dato superiore del 3,6% della Campania (23,3%) del 8,1% in più rispetto all’Italia (18,8%), che fanno registrare valori superiori anche per le motivazioni enogastronomiche con il 21,5% superiore 0,5% dell’intera Campania e di ben 8% rispetto all’Italia, ma la maggiore percentuale di chi soggiorna nella provincia di Salerno è la motivazione culturale, seppur inferiore alla media regionale e nazionale, fa della provincia di Salerno, una meta che comprende innumerevoli segmenti di turismi. Come ogni anno puntualmente appaiono articoli che descrivono una crisi del settore turistico a Salerno e provincia, che si basano però su numeri che non sono reali. Tra il pre e post covid è avvenuta una crescita costante dei flussi in provincia di Salerno e in modo particolare nella città. Inoltre non comprendo chi per anni ha evidenziato le tante aperture e chiusure dell’Aeroporto, il fallimento della politica. Oggi affermare che non è niente di straordinario l’apertura dell’Aeroporto e ingiustificabile l’entusiasmo che circola tra gli addetti ai lavori altro non è che la scelta di camuffare la veridicità dei fatti. Penso che sia semplice comprendere che per chi come me vive nella provincia di Salerno e vive tutti i giorni le problematiche della viabilità locale quali siano state le motivazione per le quali molti tour Operator in passato hanno investito poco nella destinazione Salerno e provincia: un potenziale turista partiva dalla Francia con un volo mediamente di 2 ore e 15 minuti, poi, dovendo raggiungere la destinazione confermata da Napoli impiegava tra le 3 o 4 ore di percorrenza. Questo risultava difficile da promuovere ed etichettabile come una destinazione a rischio. Oggi l’apertura dell’Aeroporto con una gestione Gesac consentirà di vedere questa destinazione con elementi oggettivi diversi, più favorevoli e quindi degni d’investimenti non a rischio». Per Palumbo, l’unico settore carente potrebbe essere la formazione dell’intero comparto turistico, che necessità di essere incentivata, in considerazione delle nuove esigenze dei turisti, che vanno dalle lingue all’accoglienza e alla conoscenza del proprio territorio ma, ha detto ancora, «a mio avviso bisogna continuare a partecipare alle Fiere nazionali ed internazionali del turismo, perché la presenza è sempre indispensabile per monitorare i cambiamenti dei flussi turistici e le nuove esigenze del mercato».

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