PAGANI. Clima rovente in casa dei democratici. Il tesseramento indetto dalla Federazione provinciale per il circolo di Pagani per la rielezione degli organismi dirigenti, sembra procedere non senza frizioni interne. «In questi mesi ho ascoltato, osservato e, spesso, ho sorriso per tenerezza- scrive in una nota l’ex segretario cittadino Emilio Toscano- difronte alla pochezza di chi in questo momento tenta di fare del Partito che in prima persona ho rappresentato ed oggi sostengo, un ”mezzo” per esercitare uno screditante populismo. Pratica, questa, che non solo ne lede l’immagine ma interferisce e rema contro un progetto di cambiamento che oggi ancora continua e che coinvolge militanti e giovani che con la loro faccia e la loro forza hanno riportato in auge il Partito». Va a fondo, Toscano: «Chi, forse accecato dal fanatismo, pensa di invadere, sbaglia, si illude. Chi dovesse consentirlo, lo farebbe doppiamente. Riconosco che tesserarsi on line, sia un criterio previsto dallo statuto ma nella maniera più assoluta sono fermo e ferreo oppositore di chi fa di questa possibilità, una opportunità per esprimere, in maniera puntualmente personalistica e lontana da ogni logica democratica e di partecipazione, qualche sua ambizione personale, o per dare sfogo a qualche indefinita mania. Il tesseramento non può e non deve essere una rincorsa o una corsa ma un naturale “riconoscimento” di credibilità personale, politica e progettuale». Rispetto alla contrapposizione interna tra l’area coalizzata intorno a Salvatore Campitiello e quella renziana di cui Toscano è fautore, richiama alla “memoria” : «Ricorderei a Campitiello junior dell’invito rivoltogli in qualità di Segretario, e fino all’ultimo respinto, ad aderire al Partito, lo stesso Partito che l’ha candidato, lo stesso Partito che si è attestato primo in città alle ultime amministrative». Ancora: «Ricorderei allo stesso, che, nei giorni immediatamente seguenti le amministrative, ad una assemblea convocata dal direttivo per discutere del soddisfacente ed inedito risultato politico, riteneva prioritario avanzare la richiesta di ”posto” nell’ organismo direttivo, confondendo cosi, militanti ed elettori. Insomma, un modus operandi in perfetta antitesi con ogni logica di crescita, che ad oggi alimenta una intollerabile e sterile guerra di tessere ma che a quanto pare gli crea profonda ed intima confusione >> Chiaro l’appello ai dirigenti provinciali del Pd: Auspico- conclude- che si agisca nella direzione che consenta e garantisca la naturale e “fisica” partecipazione, e che si scoraggi ogni logica ed ogni azione frammentarie e che svuoti di “democrazia” il Partito».
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