Pagani. Gambardella, l'imprenditore resta in carcere - Le Cronache Pagani
Giudiziaria Pagani

Pagani. Gambardella, l’imprenditore resta in carcere

Pagani. Gambardella, l’imprenditore resta in carcere

Pagani/Nocera Inferiore. Niente sconti per l’imprenditore che opera nel campo della plastica Stefano Gambardella ritenuto al servizio del clan Fezza/De Vivo che aveva stretto alleanze con Rosario Giugliano detto ‘o Minorenne. Resta in cella. Lo ha deciso la Corte di Cassazione rigettando  l’istanza presentata dal legale Gregorio Sorrento. Ma non è il solo perchè i giudici del Palazzaccio capitolino (V sezione) hanno ritenuto inammissibili altri 3 ricorsi (incluso quello di Francesco Vastola di Poggiomarino) mentre hanno accolto la richiesta presentata per Gennaro Cirota (in carcere), difeso da Pierluigi Spadafora: per lui annullata ordinanza del Riesame e atti che sono ritornati ai giudici del Tribunale della Libertà di Salerno dopo la cancellazione da parte degli ermellini del reato di associazione camorristica e contestazioni connesse. Proprio l’ex ras poggiomarinese, oggi collaboratore di giustizia, aveva parlato di un appoggio fattivo al clan da parte dell’imprenditore ed ex dirigente della Nocerina Calcio. Addirittura ‘o minorenne aveva detto in una sua testimonianza in un’aula di Tribunale che prima di un blitz Gambardella aveva informato i componenti della cosca dell’imminente arrivo delle forze dell’ordine. Il 42enne con attività a Fosso Imperatore è accusato dall’Antimafia di essere quindi parte del clan di Rosario Giugliano che si era federato con il clan Fezza-De Vivo di Pagani. L’imprenditore avrebbe consentito le infiltrazioni del gruppo dell’ex boss  nel comparto industriale di Nocera, convocando le vittime anche nel suo ufficio da sottoporre ad estorsione. Il blitz che ha coinvolto Gambardella non è altro che il prosieguo dell’inchiesta partita a dicembre 2022 e culminata a giugno con altri arresti. I Fezza/De Vivo (conclusione indagine il mese scorso per il filone bis) si erano infiltrati nel tessuto economico locale grazie proprio all’appoggio di Gambardella che costituiva il collettore dell’attività estorsiva dell’organizzazione in danno degli altri imprenditori concorrenti, costretti a pagare al clan cifre fino da 4000 euro al mese fino a 70mila. Il neo melodico Rosario Manzella detto Zuccherino di Pagani e figlio adottivo di Giugliano e Salvatore Iervolino di Poggiomarino sarebbero stati gli esattori delle richieste estorsive formulate nei confronti degli industriali di Fosso Imperatore che per la procura (e per il Riesame) sarebbero stati “segnalati” ai clan dal  “collega” imprenditore originario di Pagani e residente a Nocera Inferiore.  Per lui ricorso respinto dalla Corte di Cassazione.  Nel collegio difensivo, inoltre, gli avvocati Giuseppe Della Monica e Francesco Matrone.