Pagani: che confusione al deposito Cstp - Le Cronache
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Pagani: che confusione al deposito Cstp

Pagani: che confusione al deposito Cstp

di Marta Naddei

PAGANI. Una grande confusione. E’ quella che regna nel deposito del Cstp di Pagani, tra i maggiori dell’azienda di trasporto pubblico salernitana. Una confusione figlia della nuova organizzazione scaturita in seguito all’esito della riunione tra azienda e sindacati con cui si è sottoscritto l’accordo per l’applicazione della cassa integrazione che coinvolgerà tutti i dipendenti di ogni ordine e grado senza più “intoccabili”. In sostanza, al mattino, nella struttura del Cstp, al momento dell’entrata in servizio, regna il caos più completo: cinque turni di lavoro soppressi (riserva e capolinea) e nessun coordinatore che abbia sotto controllo l’entrata e l’uscita dei bus in servizio. Quest’ultimo compito, a quanto pare, è affidato a dipendenti che ricoprono altre mansioni e che quindi non avrebbero le specifiche competenze. Insomma, un disastro. La denuncia arriva dai delegati rsa del deposito dell’Agro-nocerino-sarnese, Antonio Balzano della Filt Cgil, Francesco Cordiano della Fit Cisl e Antonio Quercitelli della Uiltrasporti. Una situazione che, a pochi giorni dall’entrata in vigore dell’accordo, già sta producendo i primi devastanti effetti che potrebbero peggiorare con l’andare del tempo. «L’azienda – spiegano i tre delegati sindacali – ha assunto una decisione unilaterale nella nuova organizzazione del deposito di Pagani. I sindacati non sono stati proprio interpellati e, ora, ci troviamo in un clima di confusione assurdo. Sono stati soppressi cinque turni di lavoro e le mansioni sono state affidate a personale che non ha le competenze e che da contratto collettivo nazionale non potrebbe ricoprire. Per tre ore al mattino e quattro alla sera siamo senza alcun coordinatore che gestisce il servizio, con conseguenti ripercussioni sullo stesso e sui lavoratori che ora sono stanchi e spaesati. Addirittura non sappiamo se, al momento della smonta, c’è il collega successivo». Una riorganizzazione che, in pratica, ha portato più scompiglio che benefici all’azienda e che rischia, contrariamente ai propositi, di creare ulteriori esuberi o addirittura un aggravio di spesa alle casse stesse del Cstp: soppressione dei turni è sinonimo di dipendenti che non lavorano e che dunque dovrebbero accedere alla cassa integrazione che, se come stabilito dall’accordo dello scorso 8 agosto sarà anticipata dall’azienda, rappresenta una spesa ulteriore. Insomma, una mossa non proprio brillante da parte dell’azienda e che ha notevolmente indispettito i sindacati. «Da questo momento – spiegano ancora Balzano, Cordiano e Quercitelli – la nostra collaborazione con l’azienda termina. Lo abbiamo anche ribadito in una lettera in cui chiediamo di essere convocati. Abbiamo sempre fatto girare le ruote e abbiamo sempre avuto gran senso di responsabilità, ma ora non ci sono più i presupposti».