Pagani. Camorra e appalti, in 14 alla sbarra - Le Cronache Provincia
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Pagani. Camorra e appalti, in 14 alla sbarra

Pagani. Camorra e appalti, in 14 alla sbarra

Pagani. Appalti pubblici, infiltrazioni e condizionamenti malavitosi: due patteggiamenti, altrettanti abbreviati e 10 processi ordinari tra cui quello optato dal dimissionario assessore Pietro Sessa e oggi candidato alle Regionali. Nell’operazione di mesi fa sono stati contestati, a vario titolo, i reati di condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale. L’indagine è relativa all’operatività imprenditoriale ed economica del clan Fezza-De Vivo, che attraverso l’imprenditore Alfonso Marrazzo nonché consigliere comunale di Pagani per circa venti anni ed assessore all’ambiente fino al 2016, mediante la cooperativa Pedema di cui era presidente, società che sarebbe stata utilizzata dal clan Fezza-De Vivo, per infiltrarsi nel tessuto economico ed amministrativo della amministrazione comunale. Marrazzo, attraverso la Pedema, sarebbe riuscito ad ottenere (dietro assunzione di figlio e nuora), in maniera illegittima anche mediante un continuativo scambio di favori e prestazioni, appalti pubblici comunali quali la gestione del locale cimitero, oltre al servizio di spazzamento delle strade comunali, ed altri servizi pubblici asseritamente di somma urgenza, compreso quelli connessi alle emergenze causata dalla pandemia Covid 19, soprattutto per quanto riguardava la sanificazione, quest’ultima eseguita in frode al capitolato d’appalto. La volontà di condizionare la struttura amministrativa, tramite il potere imprenditoriale ed economico acquisito dalla cooperativa Pedema, avrebbe indotto il clan Fezza-De Vivo a tentare di condizionare le elezioni amministrative del comune di Pagani, imponendo il voto in favore di propri candidati estranei alla coalizione, poi risultata vincitrice delle elezioni, salvo tentare di instaurare rapporti con quella che aveva portato Raffaele De Prisco (archiviato dal gip) a guidare l’ente di Palazzo San Carlo. Proprio il Comune di Pagani, individuato parte lesa nel procedimento, si è costituito in giudizio.