di Redazione Cronache
Il primo gennaio sarebbe dovuta avvenire la tanto temuta chiusura dei reparti nascite di due nosocomi salernitani, dell’ospedale di Polla e Sapri. Un atto vile che stava per essere perpetrato da una classe politica incapace e che da anni non produce atti concreti per garantire il funzionamento efficiente dell’apparato pubblico. Per fortuna alle chiacchiere dei politici seguono i fatti degli amministratori. A prendere in mano le redini della situazione sono stati il commissario dell’Asl di Salerno Mario Iervolino ed i direttori sanitari dei due presidi ospedalieri interessati dal decreto di soppressione, Sapri e Polla, rispettivamente Rocco Calabrese e Luigi Mandia. La deroga tanto sbandierata al vento dai rappresentanti del pd non è stata ancora concessa ed il piano ospedaliero che dovrebbe salvare i due presidi dalla chiusura dei punti nascita non è stato ancora pubblicato sul. Nell’interesse della gestanti ricoverate e prossime al parto, in particolare per le gravidanze a rischio, Mandia e Calabrese hanno chiesto a Iervolino la possibilità di continuare a tenere attivi i punti nascita, il quale ha subito provveduto, con una nota a rispondere ai due direttori.“Considerando che questa Asl ha di recente inoltrato alla Regione Campania la documentazione propedeutica, alla riformulazione della richiesta di deroga alla chiusura del punto nascita – si legge in una nota a firma di Iervolino e del sub commissario sanitario Vincenzo D’Amato – e considerato che l’aggiornamento delle check list al 2018 evidenzia il superamento delle criticità relative agli standard operativi, tecnologici e di sicurezza di I primo livello di assistenza ostetrica e pediatrica definiti dall’accordo Stato Regioni e tenendo conto di dover assicurare la necessaria assistenza ed il continuo monitoraggio in situazioni di rischio anche per le gestanti già degenti, questa Direzione Commissariale – continua la nota – ritiene che questi plessi ospedalieri possano continuare ad assicurare livelli essenziali di assistenza presso il punto nascita, nell’ottica della sicurezza dei pazienti , oltre la data prevista per la chiusura e fino a nuova successiva determinazione”. E non poteva chiudersi meglio questo travagliato anno 2018.