Omicidio Stellato atto secondo. E’ stata fissata per il 21 giugno la prima udienza del processo in Corte d’Assise d’Appello per l’omicidio del fratello di Pappacchione. In primo grado Vincenzo “Ciro” Villacaro è stato condannato all’ergastolo. Sentenza pronunciata dopo cinque giorni di camera di consiglio e perfettamente aderente alla richiesta avanzata dal sostituto procuratore antimafia Rosa Volpe ora procuratore aggiunto a Napoli. Il legale difensore di Villacaro, Massimo Torre, punta sull’inattendibilità dei collaboratori di giustizia. Dalle motivazioni, infatti, si evince come i giudici delle d’Assise abbiano bastato la loro decisione su quanto riferito dai pentiti. Viene infatti affermato nella voluminosa sentenza che le dichiarazioni trovano perfette rispondenza tra di loro. Ricostruzione censurata dagli avvocati difensori che sostengono che l’incongruenza tra le varie dichiarazioni e la contraddittorietà delle stesse. Del restoil processo ruota intorno alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia venisse meno questo elemento pregnante si sgretolerebbe il “castello accusatorio”. costruito dall’accusa. Da qui la richiesta di assoluzione che sarà formulata nel corso del processo di seconda grado. Ad inchiodare Villacaro, difeso dagli avvocati Massimo ed Emiliano Torre, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, su tutti Ciro De Simone, Raffaele Del Pizzo e Dario Iannone, ritenuti attendibili dai giudici della Corte d’Assise. Villacaro è stato colpito anche da una lunga la lista di pene accessorie per il boss salernitano per il quale sono stati disposti nove mesi di isolamento diurno (il sostituto procuratore antimafia aveva chiesto due anni), la perdita della patria potestà, il ritiro della patente, il regime di sorveglianza speciale, l’interdizione dai pubblici uffici. In primo grado sono stati giudicati colpevoli anche gli altri cinque imputati che avevano scelto di essere giudicati attraverso il rito ordinario. Nella sostanza la sentenza, per grosse linee, ha rispecchiato le richieste avanzate dal pubblico ministero Rosa Volpe: Nello specifico sono stati condannati a diciotto anni di reclusione Ivan Del Giusto, come richiesto dall’accusa, a 17 anni Ezio Prinno, esponente dell’omonima famiglia criminale che, a 12 anni l Salvatore Nigro, 8 anni e 4 mesi per Giovanni Zullo (difeso dall’avvocato Luigi Gargiulo). Inoltre è stato riconosciuto il risarcimento danni per il ministero della giustizia, per la presidenza del consiglio e per i fratelli Casella. Il gruppo capeggiato da Villacaro stava cercando di accreditarsi come nuovo gruppo di riferimento della criminalità organizzata. Capi ed organizzatori indiscussi del nuovo gruppo criminale erano Villacaro, D’Andrea (condannato a trent’anni per l’omicidio Stellato) e Nigro (i primi due sono ritenuti gli autori dell’omicidio di Donato Stellato, il fratello di Giuseppe, alias “Papacchione” ucciso il 24 febbraio del 2007 proprio davanti il Palazzo di giustizia). Intorno a loro vi erano poi i gregari ai quali era demandata l’esecuzione materiale dei delitti. Villacaro e D’Andrea rischiano l’ergastolo anche per l’omicidio di Fabio Petrone. E’ stata già fissatal’udienza preliminare.
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