Pina Ferro
FISCIANO – Favoreggiamento aggravato e distruzione di cadavere. Con queste accuse, ieri, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino hanno arrestato l’autotrasportatore di Fisciano Pasquale Rainone, 30 anni, vicino al clan Genovese. Secondo l’impianto accusatorio Rainone avrebbe materialmente trasferito il cadavere di Michele Tornatore, ucciso con un colpo di pistola alla nuca, in una zona di montagna tra Contrada e Serino e di aver appiccato le fiamme all’auto. Tornatore 63 anni, noto alle forze dell’ordine, fu ucciso in un deposito di Banzano e successivamente bruciato nella sua vettura in località Serre di Contrada. Il corpo dell’uomo fu rinvenuto il 7 aprile scorso. Da tre giorni non faceva rientro nel carcere di Bellizzi Irpino dove era detenuto in semilibertà. Secondo l’accusa Pasquale Rainone, ammanettato ieri mattina, è responsabile di aver distrutto la Nissan Almera della con all’interno il cadavere di Tornatore “con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis .nonché al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata Clan Genovese, operante ad Avellino e provincia». La misura cautelare è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Eliana Franco su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. A coordinate le indagini è stato il sostituto procuratore Simona Rossi. Pasquale Rainone è finito tra gli attenzionati da parte degli investigatori, a seguito di acuni accertamenti sulle frequentazioni di Francesco Vietri, il sessantenne in carcere dall’8aprile scorso con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere in concorso. Rainone e Vietri avevano un’assidua frequentazione. Verso le 13 del giorno in cui avvenne il delitto, il 4 aprile 2017, i due si erano visti, come si evince dalle riprese video analizzate dai carabinieri. Particolare questo che induce i militari ad ascoltare l’autotrasportatore della Valle dell’Irno, unitamente ad altri soggetti. Ad inizio maggio Rainone ammette, di fronte ai carabinieri, i rapporti di frequentazione con Vietri, considerato che sulla zona di Montoro avrebbe avuto anche rapporti sentimentali ma esclude di aver incontrato il titolare del deposito in cui avvenne l’omicidio di Michele Tornatore. Anzi, raccontò di aver avuto un contatto telefonico per un appuntamento alle 18 di quel pomeriggio per raggiungere la vicina Nocera. Appuntamento a cui Vietri non si sarebbe mai presentato. Rainone preferisce il silenzio circa l’incontro che c’era stato quella mattina con il presunto autore dell’omicidio. Una circostanza sospetta che induce gli investigatori, ad attivare anche a carico del trentenne delle intercettazioni telefoniche. E proprio dall’ascolto di una telefonata dell’autotrasportatore di Fisciano, c’è l’intuizione che permette ai carabinieri di dare una svolta all’indagine. Rainone conversa a telefono con una persona e gli chiede di ritrovare uno sportello della vettura.