di Brigida Vicinanza
Oggi e domani le Fonderie Pisano dovranno affrontare uno dei test più difficili dell’ultimo periodo. Partono infatti i controlli dell’Arpac sulle emissioni atmosferiche e quindi sui camini, a forni accesi. Far finta di nulla per giocarsi probabilmente l’ultima possibilità, nonostante ancora non sia chiaro l’opificio di Fratte se, quando e dove potrà essere delocalizzato. Operai a lavoro, con la promessa di ricevere almeno gli stipendi di luglio e agosto e fare le dovute valutazioni dopo, quando i funzionari dell’Arpac daranno esito positivo e negativo. Nessuna novità quindi per i 150 operai dall’ultimo incontro con la società, e quindi è ancora attesa, nonostante le pressioni per capire il sito della delocalizzazione, che a quanto pare c’è, con tanto di progetto presentato in sede ministeriale a Roma, ma ancora non è stato svelato, con la promessa di renderlo pubblico e ufficiale durante il prossimo incontro nella capitale. Continuano comunque le segnalazioni da parte dei cittadini, dato il lavoro no-stop anche a Ferragosto della fabbrica. Ma la “puzza è nauseante, siamo a finestre chiuse d’estate, non è possibile”, lamentano alcuni residenti. Nei giorni scorsi l’ente ha già provveduto a quanto pare ad effettuare dei “controlli a freddo” su vasche e l’installazione delle cappe di aspirazioni. Ma la voce dei comitati e dei cittadini è legata da un filo comune: “Speriamo facciano in fretta i controlli e che non riaprano più”. Dall’altra parte però sempre i lavoratori, che giorno dopo giorno non riescono a comprendere quale sarà il proprio futuro. Intanto i Pisano attendono il 14 settembre probabilmente come ultima spiaggia, data in cui si svolgerà l’udienza del riesame dell’appello presentato dalla società contro la convalida del sequestro emessa dal Gip, il quale aveva confermato la chiusura dell’opificio di via dei Greci. Residenti, operai e società ancora col fiato sospeso quindi, in tutti i sensi.