Novecento imprese in meno in tre mesi: ditte individuali in calo, tiene il commercio - Le Cronache
Extra

Novecento imprese in meno in tre mesi: ditte individuali in calo, tiene il commercio

Oltre 900 imprese in meno nei primi tre mesi dell’anno. Un dato in linea con il primo trimestre del 2012, che si traduce in un tasso di crescita pari al -0,76 percento. L’analisi sulla dinamica imprenditoriale elaborata dalla Camera di Commercio di Salerno conferma la contrazione del primo trimestre di quest’anno: una frenata che può tranquillamente essere definita “fisiologica” se si considera che i primi mesi di ogni nuovo anno sono condizionati dalle cessazioni d’attività al 31 dicembre dell’anno precedente, anche sul versante delle cessazioni si registra il dato peggiore degli ultimi dieci anni.
«La tendenza in termini di decrescita – commenta il presidente dell’Ente camerale Guido Arzano – è perfettamente identica a quella del primo trimestre 2012. Questo aspetto ci porta a considerare con una certa serenità il dato, che risente delle cessazioni. Non mi preoccupo eccessivamente, anche se un dato negativo resta sempre tale. Le dinamiche di fine anno condizionano sempre i primi mesi di attività».

Traina il commercio
C’è un dato su tutti, tra quelli forniti dalla Camera di Commercio di Salerno, che fa riflettere: per quanto riguarda i settori nei quali andranno ad operare le imprese di nuova iscrizione, individuati in base alla codifica dichiarata ai fini dell’Iva, si evince che il commercio con il 42,9 percento del totale delle imprese iscritte e il 30,8 percento di quelle delle imprese cessate è il settore che presenta una maggiore dinamica imprenditoriale nei primi tre mesi dell’anno.
«E’ un dato da leggere con grande attenzione – commenta Arzano – perché la dinamicità del commercio, da un lato, ci dà qualche speranza in termini di ripresa. Dall’altro, però, bisogna riflettere con attenzione sulle ragioni di questa crescita di attività commerciali: il timore che, in qualche caso, questa briosità possa fare il paio con l’immissione di capitali “sospetti” resta forte. Bisogna vigilare con attenzione, valutare nello specifico e comprendere bene questo tipo di dinamica».
Anche l’agricoltura, con il 12 percento del totale di imprese iscritte e il 29,1 percento di cessate e il turismo (12 percento sul totale di imprese iscritte e 7,1 percento di cessate, ndr) presentano numeri “interessanti”.
«Questa dinamicità, anche in chiave negativa, ci dà la sensazione – spiega Arzano – di un tessuto imprenditoriale comunque in movimento. Commercio, turismo e agricoltura sono i settori più “vivaci”. Bisognerà ora valutare i dati delle prossime analisi per comprendere realmente che tipo di reazione stanno avendo questi settori».

Imprese fai-da-te
L’analisi della forma giuridica delle nuove imprese conferma l’ampia predilezione per la ditta individuale (con 1500 nuove imprese iscritte, ndr), anche se le stesse risentono maggiormente del periodo di crisi registrando un tasso di crescita del -1,67 percento, anche in questo caso simile al dato del 2012. Continuano a crescere le società di capitale (+1,26 percento) così come era avvenuto nel periodo gennaio-marzo del 2012.
«Registriamo un calo strutturale delle piccole e piccolissime aziende – spiega Arzano – ed anche per quanto riguarda le ditte individuali il dato delle 1500 nuove iscrizioni va letto in chiave “negativa” se si considera la contrazione del tasso di crescita. Se valutiamo, poi, che anche nella natalità registriamo una contrazione ed incrociamo tutti questi dati con quelli relativi alla disoccupazione, alla cassa integrazione e a quelli di tipo macroeconomico comprendiamo bene che c’è una sofferenza. Il vero dato da cogliere, forse, è proprio questo: al di là dei numeri e delle dinamiche di tipo generale c’è un tessuto, un ampio tessuto fatto di giovani e di meno giovani che hanno difficoltà serie. E’ su questo – conclude Arzano – che un po’ tutti, ma soprattutto la politica, dobbiamo lavorare»

Dinamica per settori
Per quanto riguarda i settori di attività economica, le industrie manifatturiere e le costruzioni, che rappresentano rispettivamente l’8,6 percento e l’11,5 percento del totale imprese, registrano una diminuzione dello stock (ovvero della giacenza di merci e beni, ndr) rispetto alla fine dell’anno scorso. Resta alto il valore negativo del settore primario (-3,5 percento), di cui fanno parte il 15,6 percento delle imprese del territorio salernitano, anche a causa dell’ampia diffusione delle imprese individuali, che, come visto, hanno registrato il più basso tasso di crescita del periodo. Il 30,7 percento delle imprese salernitane, rappresentate dal settore commerciale, segna una diminuzione del numero di registrate del -0,4 percento quindi meglio del primo trimestre 2012 quando tale valore si attestò al -0,9 percento.