di Andrea Pellegrino
Pressioni per sostituire il dirigente della Asl Napoli 3, presunti scambi di favori e una serie di annotazioni che potrebbero far configurare il reato di voto di scambio in favore del figlio. Sono queste le ipotesi, tutte da verificare, che hanno indotto i magistrati della procura di Napoli – il sostituto Giancarlo Novelli e il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino – a inviare i militari della Guardia di Finanza finanziari nell’ufficio di Boscoreale, all’interno della sede del Partito democratico, dell’ex consigliere regionale di Dc e Pd Francesco Casillo, padre dell’attuale capogruppo del Pd in consiglio regionale Mario. Il 75enne sarebbe indagato in concorso con Enrico Coscioni, consigliere politico alla sanità, da cui parte l’inchiesta della Procura di Napoli. La perquisizione di ieri mattina all’interno della sede del Pd di Boscoreale, mirava all’acquisizione di atti e documenti, «idonei a ricostruire le sollecitazioni da questi ricevuti ed, a sua volta, effettuate nei confronti di personalità politiche, dirigenti della Regione Campania e delle Asl campane finalizzate a far conseguire, in cambio della promessa di voti e del sostegno politico al figlio Mario, consigliere regionale della Campania, ed altri candidati da lui appoggiati utilità di varia natura a soggetti in grado di assicurare i voti e consensi». Per quanto riguarda la presunta concussione – relativa alla nomina del dirigente della Asl Napoli 3 – l’esponente politico risulta indagato in concorso con il salernitano Coscioni, già iscritto sul registro degli indagati. L’inchiesta, condotta dal pm Giancarlo Novelli e coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, partirebbe da una denuncia di Salvatore Panaro, ex commissario dell’Asl Na 3 che ha raccontato ai magistrati delle pressioni ricevute da Coscioni. Agli atti della denuncia presentata da Panaro, ci sarebbero anche conversazioni con minacce al commissario: “Che ci parli a fare con quello, tanto tra tre giorni ti mandano via – si sentirebbe dire – Qui nessuno ti vuole, i sindaci non ti vogliono, Casillo non ti vuole”. Ed il Casillo sarebbe proprio Franco, politico di lungo corso, già esponente della Partito popolare italiano. Gli inquirenti ora sono alla ricerca di prove sui collegamenti tra Casillo e Coscioni e tra Casillo e le vicende oggetto delle indagini. Per i pm, Casillo, riceveva, nel suo ufficio, persone che chiedevano favori in cambio di appoggi in occasione di elezioni. Tra breve la posizione di Coscioni potrebbe essere definita. Il medico salernitano è stato già interrogato dalla Procura della Repubblica mentre qualche settimana fa a comparire davanti ai pm – come persona informata sui fatti – è stato l’ex capostaff di Palazzo Santa Lucia Nello Mastursi, coinvolto nella vicenda Scognamiglio. Il Fatto quotidiano del 13 settembre racconta la vicenda che ha visto protagonista Mastursi chiamato dalla Procura per avere spiegazioni su quel “pizzino” ritrovato nel corso di una perquisizione sul quale comparivano nomi di manager e rispettive aziende sanitarie della Campania. Pizzino che avrebbe ricevuto proprio da Enrico Coscioni.