Torre del Greco/Nocera Inferiore. Condannati i presunti autori di una rapina a mano armata all’interno di un’area di rimessaggio tra Torre del Greco e Trecase: un colpo da 100mila euro in pneumatici e lamette Gilette per la barba – contenuti in un rimorchio custodito nel parcheggio – ora costato condanne per 13 anni complessivi ai tre “protagonisti” orIginari di Nocera Inferiore dell’assalto in stile Arancia Meccanica avvenuto nell’estate di 4 anni fa. Per due di loro S. A. e E. F. 4 anni di reclusione a testa mentre per G.B. sono stati stabiliti 5 anni con il rito abbreviato. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari presso il Tribunale di Torre Annunziata. Erano finiti anche in carcere ad aprile 2024 con svolta arrivata al termine di quasi tre anni di indagini con l’individuazione dei presunti autori del colpo. L’accusa con cui sono finiti a giudizio immediato nello scorso autunno e ora condannati è di rapina aggravata e porto illegale di arma da fuoco. Stando alle indagini condotte dagli agenti di polizia, il commando – la notte del 2 luglio del 2021 – si sarebbe introdotto in un rimessaggio per autoarticolati di via Viuli nel territorio di Torre del Greco e, sotto la minaccia di armi da fuoco, avrebbe obbligato il vigilante notturno ad aprire la sbarra di ingresso. La guardia era stata poi minacciata di morte e “invitata” a restare in silenzio qualora fossero sopraggiunti i suoi colleghi. Successivamente il commando avrebbe introdotto nel parcheggio una motrice grazie a cui i rapinatori avevano portato via un rimorchio – destinato al porto di Salerno per raggiungere poi la Sicilia – contenente pneumatici e prodotti da barba Gillette, per un valore complessivo di circa 100mila euro. Per facilitarsi la fuga, i malviventi avevano quindi legato il vigilante a una sedia, utilizzando fascette e nastro adesivo per impedirgli di poter lanciare l’allarme. Ad aprile 2024 i tre furono raggiunti da custodia cautelare in carcere (a Poggioreale) e a distanza di qualche mese era stato stabilito il processo davanti ai giudici del Tribunale di Torre Annunziata. Per l’individuazione degli autori della rapina sono state decisive le immagini di videosorveglianza. Erano giunti a bordo di una Fiat 500 intestata ad uno dei tre, mentre la motrice era di un altro imputato. Ognuno avrebbe avuto un ruolo. Uno di loro, coperto al volto con passamontagna si sarebbe intrufolato in un’area di rimessaggio per tir. Dietro la minaccia di un’arma da fuoco, poi, legò mani e piedi ad un vigilante notturno, costretto ad aprire la sbarra di ingresso. E a impedire, dopo, di lanciare subito l’allarme. Dalla consultazione dei tabulati telefonici, inoltre, fu possibile accertare contatti tra i tre nella fase antecedente e successiva alla rapina ma anche, attraverso l’esame delle celle, utile a ricostruire il percorso dei veicoli. I primi due imputati – secondo la tesi inquirente – viaggiavano assieme mentre il terzo guidava la motrice.





