Nocera I. Partiti i lavori alla caserma “Tofano” - Le Cronache
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Nocera I. Partiti i lavori alla caserma “Tofano”

Nocera I. Partiti i lavori alla caserma “Tofano”

NOCERA INFERIORE. Ormai  anche gli increduli per partito preso si sono dovuti arrendere all’evidenza.
Nell’ex caserma “Tofano”, passata nello scorso mese di febbraio dal Demanio alla Soprintendenza di Pompei, fervono i lavori per accogliere i  reperti della città sepolta dall’eruzione pliniana.
L’allungamento concesso dall’Unione Europea alle autorità italiane per svuotare le domus pompeiane da restaurare scadrà a dicembre del 2016, come annunciato ai nocerini dal Soprintendente Massimo Osanna in occasione della conferenza dello scorso ottobre.
Ora, si annuncia la parte più delicata del processo immaginato dall’Archeomed per collegare l’area archeologica di  Nocera  a quella di Pompei, determinando così il parco archeologico più grande d’Europa.
«Un processo difficile e temerario, ma non impossibile -dichiara il Presidente del Comitato Promotore dell’ Archeomed, Antonio Pecoraro- che mira a sottrarre l’Agro nocerino all’amaro destino di terra di passaggio, dove nessuno si ferma più per la deriva ambientale del territorio».
Le tappe  dell’ambizioso disegno passano innanzitutto per la valutazione di quanto veramente residua dell’impianto di Nuceria entro le mura da riportare integralmente allo scoperto.
Poi ci dovrebbe essere l’interramento della linea ferroviaria storica, in coincidenza con la delocalizzazione delle aree industriali di Nocera Superiore e la trasformazione in alberghi attrezzati, a partire del Cenobio benedettino di San Giovanni in Parco.  «Mancano due milioni per il restauro della facciata dell’edificio monastico  -dice l’architetto Mario Di Sessa- necessari a terminare il titanico sforzo che ho messo in atto per recuperare le strutture del cenobio, a cominciare dal chiostro diruto».
Visto che anche i più scettici sono stati sconfitti, è necessario che i comuni dell’Agro nocerino e  quelli del vesuviano collaborino strettamento per far diventare questa ex istallazione militare una risorsa culturale economicemente spendibile e al centro del rilancio di un’area che va da Ercolano a Salerno.Una possibilità che  si inneschi un futuro turistico anche in zone diverse da Pompei è una realtà anche per l’Agro nocerino, con le strutture ricettive da realizzare.
Va detto che i diversi timori di concorrenze tra aree non è fondato anzi del tutto errato.
Avendo più centri di attrazione si favorisce una più lunga permenenza  sul territorio innescando un indotto economico maggiore e destagionalizzato.
Servono quattrini per il futuro non solo di Nocera e dell’Agro nocerino ma anche di un’area più vasta dove è necessaria una collaborazione dei diversi comuni per presentare progetti unici di ingente valore.
E si potrebbero raccogliere anche con pubbliche collette che potrebbero essere avviate dai rotariani dell’Agro. Si muova la società civile e il ceto politico per intercettare un diverso e migliore futuro prima che sia troppo tardi