“La normativa che ha istituito l’ufficio per il processo ha previsto che i professionisti reclutati sulla base delle risorse predisposte dal PNRR non fossero obbligati alla cancellazione dai rispettivi albi professionali. Tra tali figure rientrano gli avvocati, che hanno partecipato al concorso, risultando in gran numero vincitori, e maturando la legittima aspettativa al mantenimento del proprio status professionale, cumulandola con l’incarico di addetti all’UPP. Apprendiamo pertanto con sgomento che nella giornata di ieri il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha annunciato un prossimo intervento normativo, volto ad introdurre l’incompatibilità tra lo status di avvocato e quello di addetto all’ufficio per il processo, motivando tale futura norma con il carattere dell’impiego a cui ci accingiamo a dare inizio”. Lo afferma l’avvocato Rossella Rigitano, presidente Comitato “avvocati in movimento per l’ufficio per il processo”. “Va in primo luogo chiarito che un’incompatibilità introdotta con atto normativo successivo a quello che ci ha concesso la permanenza nell’Ordine Forense apparirebbe una lesione gravissima dei nostri interessi e dei nostri diritti. Contro una tale norma pertanto, ci riserviamo fin da ora tutte le iniziative tese a tutelarci. Va inoltre evidenziato che l’impiego a cui ci accingiamo a prestarci è a tempo determinato, non consentendoci di accettare sic et simpiciter la ventilata incompatibilità, che comporterebbe, ex lege, la necessaria cancellazione dal nostro albo, in quanto una tale impostazione ci esporrebbe alla scelta tra un impiego temporaneo e lo status professionale da noi faticosamente conquistato. Riteniamo che chi propone una soluzione normativa che crei incompatibilità debba farsi carico delle enormi perdite, patrimoniali e morali, che gli avvocati addetti all’UPP si troverebbero a subire, laddove una tale disposizione venisse introdotta, contraddicendo le premesse e l’affidamento creato in migliaia di professionisti. È inaccettabile che si stravolga ex post il quadro normativo, gravando gli avvocati di una incompatibilità non prospettata fin dal principio, e senza che la necessità di scelta tra i due status, di professionista ed addetto all’UPP, non venga proposta con la certezza che all’eventuale opzione verso l’ufficio del processo corrisponda un incarico a tempo indeterminato. Se davvero si vuole che gli avvocati italiani prestino servizio esclusivo presso l’ufficio per il processo, si garantiscano fin da subito le scelte normative e di finanza pubblica tese a superare la temporaneità di tale impiego. Ogni altra soluzione vedrà la nostra fiera opposizione. In ogni caso – conclude l’avvocato Rigitano – , il nostro comitato si attiverà ad horas per richiedere al Ministro Cartabia ed al Parlamento la necessaria interlocuzione, ed il rispetto delle nostre professionalità. Senza certezze sul nostro futuro non potremo garantire il nostro apporto a questo nuovo ufficio, né intendiamo restare inerti, in attesa di nuove leggi emanate senza la necessaria consapevolezza”.
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