di Andrea Pellegrino «Nessuna trattativa col partito per un passo indietro. A me non ha chiesto niente nessuno. Ho sempre detto che andavo avanti comunque, come è giusto e doveroso che faccia un uomo libero che è sicuro di sé e che ha la coscienza tranquilla». Vincenzo De Luca ieri pomeriggio alle 18 era a Napoli, all’Hotel Ramada ospite di un appuntamento promosso da Insorgenza Civile. Il sindaco di Salerno, reintegrato nelle sue funzioni dopo il decreto del presidente del Tar, annuncia il suo prosieguo della campagna elettorale per la presidenza della Regione Campania. «Vado avanti. Comunque in ogni caso non mi ha chiesto niente nessuno», sostiene. Poi aggiunge: «Era giusto riflettere davanti alla contestazione irragionevole di un abuso d’ufficio, ma la mia riflessione era già esaurita prima». Ma quanto alla vicenda giudiziaria sostiene: «Si tratta di una vicenda triste. Un’iniziativa sconcertante di qualche settore della magistratura che rappresenta un danno per la stragrande maggioranza dei magistrati che lavora con senso di sacralità della funzione giudiziaria». Sulla “Severino” e sull’analogia con il caso Berlusconi, afferma: «C’è una totale differenza tra la mia vicenda e quella che riguarda Silvio Berlusconi. Va posta però una questione giuridica sul principio della retroattività. Che la Severino sia una legge sgangherata nata sull’onda del caso Fiorito lo sa la stessa Severino. Siamo arrivati al punto – ha affermato – che nessuno firma più niente e vengono incredibilmente penalizzati gli amministratori che hanno il coraggio di prendere decisioni. In queste condizioni l’Italia è un Paese morto. Bisogna avere il coraggio e la lucidità, invece, di buttare fuori ladri e tangentisti dalle istituzioni, ma di tutelare le persone perbene che si assumono responsabilità di governo». Poi sulle primarie e sul rinvio: «Il 22 febbraio si vota – dice – e dopo tante sceneggiate penso che l’ultimo rinvio sia giusto per consentire alle forze politiche di pensare al Quirinale». Nessuna trattativa in corsa con Roma, insomma. Se Renzi dovesse chiamarlo anche per un incarico di governo, De Luca dice: «Gli direi buon lavoro e ricordati del Sud».
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