di Francesco Carriero
Salerno rischia di perdere, tra le fauci del degrado e dell’incuria, l’ennesimo tesoro architettonico. Si tratta dell’antica chiesa di San Filippo Neri in via Santa Maria della Consolazione nel cuore del la parte alta del centro storico. A segnalare la grave situazione in cui versa lo storico stabile è stato l’architetto Daniele Magliano, seriamente preoccupato, dopo aver trovato la struttura con le porte spalancate e totalmente incustodito. I locali all’interno sono apparsi agli occhi del professionista in pessimo stato di conservazione, con il caos a farla da padrone. Il tutto è stato documentato con diverse fotografie. «Il giorno 1° giugno scorso – dichiara l’architetto – complice una stupenda giornata di sole, mi sono ritrovato a passeggiare per via Salvatore De Renzi, parte alta del centro storico, con l’intenzione di godermi lo stupendo paesaggio che si scruta da quella posizione. Mi sono soffermato davanti a un’antica Chiesa posizionata precisamente su Via Santa Maria della Consolazione. La Chiesa si trova in condizioni pietose, lo stucco rosa sulla facciata principale è crollato a causa dell’incuria. Anche il Campanile a vela, al di sopra della facciata della Sagrestia, s’intravede appena tra le sterpaglie. La porticina di sinistra, quella che portava al Giardino del Convento, attraverso una scala, l’ho trovata aperta, ed io, sapendo che era in corso la manifestazione “Salerno Porte Aperte” che prevede l’apertura provvisoria di monumenti normalmente chiusi, ho creduto di primo acchito che anche tale Chiesa fosse stata aperta grazie a questo evento. Sono entrato e, con mio grandissimo rammarico, ho scoperto una Chiesa deserta e ridotta in uno stato di completo abbandono e degrado. Sono sempre più amareggiato dall’abbandono in cui versano le testimonianze del passato salernitano, i Salernitani ormai nemmeno se la ricordano più questa Chiesa, rimango meravigliato da come un gioiello di architettura Barocca del genere ormai non rientri neanche più negli itinerari culturali del centro ctorico, sono indignato dal comportamento di una parte degli intellettuali salernitani che non si preoccupa affatto che la Chiesa sia diventata un rudere, un rudere posizionato a ridosso delle vecchie mura longobarde che proteggevano la città e in un’area tra le più interessanti del centro storico di Salerno, il cosiddetto Plaium Montis caratterizzato da numerosi Complessi conventuali». La piccola Chiesa di San Filippo Neri, originariamente intitolata alla Santa Croce, fu costruita verso la fine del XVI Secolo dai Cappuccini, come seconda Chiesa del loro enorme Convento sito su Via Santa Maria della Consolazione, in aggiunta alla prima Chiesa che era più grande. Nel 1761 la Congregazione dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima e di San Filippo Neri acquisì la piccola Chiesa. Nel 1763 iniziano i lavori di ampliamento e ristrutturazione della stessa, che prevedevano la realizzazione della Sagrestia a est dell’Aula di culto, il rifacimento dell’Altare e l’apertura di 2 Nicchie laterali per ospitare le Statue della Vergine e di San Filippo Neri, quest’ultima realizzata da Giuseppe Manzo nel 1778. L’interno verrà inoltre decorato con stucchi nel corso dell’800. Nonostante lavori di consolidamento statico relativamente recenti eseguiti dalla Soprintendenza, oggi la Chiesa è in completo stato di abbandono. La struttura, insieme alla Chiesa del Monte dei Morti in Largo Plebiscito, è uno dei pochi esempi a Salerno di edificio a pianta ottagonale; l’accesso ad essa è assicurato da 2 diversi ingressi, uno laterale, con una scala che dava sul Giardino del Convento dei Cappuccini, e l’altro sulla facciata principale, facciata caratterizzata da una finestra ovale e da 2 lesene con capitelli a volute sui quali si erge un timpano curvilineo. Sull’altare maggiore è posto un dipinto in cui sono rappresentati degli Angeli in adorazione della Croce, ma l’interno risulta pure arricchito da affreschi raffiguranti episodi della vita di San Filippo Neri. «Spero – conclude l’architetto magliano – che questa mia riflessione possa anche solo in parte toccare le coscienze dei Salernitani distratti, possa in qualche maniera smuovere un certo immobilismo culturale, e porti anche altri cittadini a denunciare l’abbandono non solo di tale Chiesa, ma di gran parte dell’area a nord di Via Tasso» A questo punto, come suggerisce la segnalazione, rimane da interrogarsi sui motivi per cui la chiesa era aperta ed incustodita. La prima ipotesi potrebbe far pensare ad un’effrazione notturna con l’asportazione di due preziose statue del Settecento non più oresenti nella struttura. La seconda ipotesi suggerirebbe l’inserimento dell’edificio storico nell’iniziativa “Salerno Porte Aperte” tenutasi proprio domenica 1 giugno. Questo pero nopn giustifica il fatto che la chiesa fosse completamente abbandonata a se stessa.