di Erika Noschese
“Una catastrofe. Ha più voti Giorgia Meloni dell’intera sinistra. La sinistra italiana è la più debole di tutta l’Europa. Questa sinistra, guidata da Letta con improvvisazione, è la più piccola che l’Italia abbia mai conosciuto dal 1946. Una manciata i collegi vinti, e tutti nei centri storici, nemmeno uno in campagna o in periferia. Ora, un progetto e un bagno di umiltà”. Così il senatore uscente e già segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini all’indomani della sconfitta elettorale del centrosinistra. Nencini, che ha ceduto il testimone al salernitano Enzo Maraio, ha “rispettato” la richiesta del Psi di non candidarsi pur di tentare di portare in Parlamento il segretario nazionale. Un sacrificio, forse, vano e attacca il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta: “Il Pd ha eliminato il grosso di coloro che erano stati con Renzi e io penso di aver pagato l’aver costruito il gruppo Italia Viva-Psi. Il mio partito non mi ha difeso, ecco, questo va detto”.
Onorevole, la sconfitta del centrosinistra apre, inevitabilmente, una riflessione che non può non coinvolgere il Psi…
“Il risultato ottenuto dal centrosinistra è quello di una sinistra molto sinistra, era ampiamente scontato questo risultato, figlio di errori e di una campagna elettorale che non è stata condotta all’insegna di proposte concrete nelle quali si riconoscessero i cittadini e questo è il risultato”.
La decisione del segretario nazionale di candidarsi a Roma? Nei giorni scorsi Alfonso Andria, ex esponente di spicco del Psi ha ipotizzato la necessità di aprire una riflessione seria interna al partito. È d’accordo?
“So che Enzo (Maraio, ndr) stava lavorando per avere un collegio o una presenza nella lista elettorale a Salerno ma non è stato possibile. A Salerno i socialisti avrebbero fatto la differenza in positivo; sono dispiaciuto per la mancata elezione del segretario Enzo Maraio; sono dispiaciuto per lui e per il mio partito che oggi non ha alcun rappresentante né alla Camera né al Senato”.
Sacrificio vano, il suo?
“Io ero disposto a candidarmi anche in un collegio molto difficile, bisognerebbe chiedere al segretario del Pd Enrico Letta la ragione. Il Pd ha eliminato il grosso di coloro che erano stati con Renzi e io penso di aver pagato l’aver costruito il gruppo Italia Viva-Psi. Il mio partito non mi ha difeso, ecco, questo va detto”.
Nulla da fare neanche per Bobo Craxi, milanese, candidato in Sicilia. Cosa manca oggi secondo lei al Psi, quale errore avrebbe commesso secondo lei?
“Io penso che ci si sia fidati esageratamente del gruppo dirigente del Partito Democratico e non aver avuto nessun riferimento al simbolo socialista né al Partito socialista europeo alla fine ha penalizzato complessivamente la lista”.
Il segretario nazionale, all’indomani della sconfitta, ha dichiarato di dover salvare il partito ora. Da dove bisognerebbe ripartire secondo lei?
“Bisognerebbe che il segretario chiedesse un confronto, è una cosa che ancora non ha fatto e non capisco il perché”.
Da dove riparte, invece, Riccardo Nencini?
“Dall’Università e da un nuovo libro che scriverò per Mondadori”.