Questa sera, alle ore 18,30 il dvd del regista salernitano sarà presentato in anteprima al Circolo Arci Mumble Rumble
Di OLGA CHIEFFI
Torna Pier Paolo Pasolini e torna visto dall’ occhio e dall’orecchio di Michele Schiavino. Questa sera, alle 18,30 presso i locali del Circolo Arci Mumble Rumble, verrà presentato “Ad Memoriam Per Pasolini” venti ore di girato nei luoghi , sulle tracce di PPP, sintetizzate in un documentario di trenta minuti. Sarà l’autore in trio con Alberto Castellano e Paolo Speranza ad introdurre il lavoro e ad animarne il dialogo successivo, mentre la colonna sonora dell’evento è stata affidata alle zampogne del gruppo Daltrocanto con Carmine Falanga. Il Dvd esce a due giorni dall’assassinio di Pasolini quel 2 novembre del 1975 e sono degli appunti per un futuro film, che prende il via dai sassi del Vangelo nel 2005 e passando per Montemarano, Ravello e Napoli, si “conclude” a Casarsa nel 2016. In questo viaggio, ove ritroveremo gli echi dello Stabat Pergolesi-Fresu, personaggi e figure di quanti hanno fulminato o sono stati segnati dallo sguardo di Pasolini. Schiavino organizza queste presenze, con interviste, immagini inedite di Pier Paolo Pasolini, concettualmente allineato al modello etnomusicologico che si apparenta per la mimesi libera, mediante la quale il regista reinventa secondo criteri figurativi personali un irrecuperabile passato ancora incontaminato e felicemente “corporeo”. La pervasività e ubiquità delle presenze sonore, richiami, parole e rumori che si rincorrono e si fanno eco, un mosaico fitto in cui spicca ad esempio il tema del recupero di canzoni, stornelli a dispetto, ballate, serenate, nenie, filastrocche, litanie, villanelle, come la Zeza di Montemarano usata nel Decameron e quant’altro componga il patrimonio più autentico di un popolo, la cui innocenza e fisicità primigenia Pasolini intende rappresentare e sulla cui estetica si pone Schiavino con le riprese degli stessi eventi nel 2006 e nel 2009. La coscienza, scrive Bergson è il progredire del passato che rode l’avvenire e ingrossa a mano a mano che avanza, ed è perciò un continuo crescere su se stessa. “Coscienza vuol dire memoria, conservazione del passato nel presente ma anche anticipazione dell’avvenire. Ecco, allora che il viaggio, di Michele Schiavino, va verso la “fonte”, che non è individuabile sullo schermo, e nasce da un “altrove” fisico per sua natura “profondo”, sfonda le immagini, aprendole sulle profondità confuse e senza confini della vita.