di Viviana De Vita
Si è sentito male in cella dopo aver bevuto una coca cola. Per lui, malato di diabete, quella bibita zuccherata è stata fatale. E’ morto dopo il trasferimento nell’ospedale di Benevento Fulvio Ler, 53 anni, salernitano meglio noto come O’ boscaiolo, finito in manette lo scorso maggio con la pesante accusa di pedofilia. L’uomo, fondatore negli anni ‘70 di uno storico gruppo ultras, doveva presentarsi a breve davanti al Gup del tribunale di Salerno per definire la sua posizione con il rito abbreviato. E’ morto prima ancora di essere giudicato con la pesantissima accusa di pedofilia portando nella tomba il suo passato controverso di storico tifoso granata, spacciatore e, ultima e più pesante accusa, dalla quale era chiamato a difendersi, di pedofilia. Fulvio Ler era finito in manette lo scorso maggio in seguito alla denuncia di un 26enne che, a distanza di circa 20 anni, volle raccontare agli inquirenti il calvario della sua infanzia, spezzata brutalmente quando, a soli 7 anni, Ler cominciò ad abusare di lui. Una penosa testimonianza raccolta dagli inquirenti che nel corso delle indagini sono riusciti a ricostruire altri cinque episodi di violenza ai danni di altrettanti ragazzini finiti nelle mire del 53enne che avrebbe iniziato le sue pratiche nel lontano 1993. Contro il 53enne vi erano poi le intercettazioni telefoniche registrate dai carabinieri nel corso di una precedente inchiesta su un traffico di stupefacenti tra Salerno e la valle dell’Irno che vedeva tra i protagonisti proprio Fulvio Ler. Dalle intercettazioni emersero una serie di frequentazioni dell’uomo con dei ragazzini. Particolari che, nell’ambito della precedente inchiesta non erano stati presi in considerazione ma che, alla luce della denuncia del 26enne, acquisirono un significato diverso. Semplice la tecnica utilizzata dal 52enne per adescare le sue vittime, tutti ragazzini tra i 10 ed i 14 anni. Fulvio Ler si avvicinava loro conquistando tutta la fiducia dei minori e quella delle loro famiglie. Spacciandosi come accompagnatore della scuola calcio frequentata dai minori, cominciava ad avere contatti con gli stessi sempre più frequenti fino a convincerli a seguirli all’interno della sua abitazione, nella zona orientale, dove il 53enne abusava di loro. Volto già noto alle forze dell’ordine, Fulvio Ler, notissimo tifoso degli anni settanta e Ottanta della Salernitana nonché uno dei fondatori di un gruppo storico ultras, prima di finire in manette lo scorso maggio con la pesante accusa di pedofilia, era salito alla ribalta della cronaca già nell’ ottobre 2012 quando fu raggiunto dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora nell’ambito di una vasta operazione antidroga dei carabinieri tra Salerno e la valle dell’Irno conclusasi con l’esecuzione di 17 misure cautelari. Le indagini, nate nel giugno 2011 in seguito ad un preoccupante incremento del consumo e del traffico di stupefacenti nei comuni della Valle dell’Irno e tra i giovani dell’Ateneo, ebbero una prima svolta nel novembre 2011 con l’esecuzione di sette provvedimenti di fermo attraverso i quali gli inquirenti smantellarono un gruppo che si approvvigionava di droga dall’Olanda. Sempre con l’accusa di spaccio di stupefacenti, il 52enne fu tratto in arresto nel maggio 2011 nell’ambito di un’operazione di controllo nella zona orientale della città. I carabinieri rinvennero all’interno della sua abitazione, 50 grammi di hashish, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi e 250 euro, frutto dell’attività di spaccio.