di Antonio Manzo
Caro Ministro Matteo Piantedosi, ci rivolgiamo a lei ben conoscendo le doti di tenace difensore delle libertà costituzionali come indispensabile e inappuntabile “equovicinismo” con la realtà. Cioè, la difesa delle libertà anche quando l’offesa è netta alla democrazia e all’ordine pubblico. Questi motivi di riconoscimento umano, prim’ ancora che politico, ci spingono a segnalarle un increscioso episodio avvenuto a Salerno e, silenziosamente fatto passare come ristabilimento presunto dell’ordine, ma con venature percettibili di volontà manifesta di zittire il dissenso. Sia chiaro qui non si tratta di aver difeso Gaza e aver accusato Israele perché il fatto, nella sua incredibile lievità, rischia di sconfinare nel ridicolo se non fosse sintomatico del disegno di minare al diritto al dissenso. E glielo esponiamo con la secchezza della cronaca. Sabato 14 aprile scorso, a ventiquattro ore dall’ennesima, sonora sconfitta della Salernitana con la Lazio per 4 reti ad 1 a vantaggio dei romani di Lotito, i vigili urbani di Salerno, su richiesta della Digos della Questura, hanno rimosso i tradizionali striscioni del tifo ultras della “Curva sud Siberiano” sistemato in più punti della città allo stadio Vestuti, alla scuola Barra, al Parco Pinocchio e allo svincolo della tangenziale a Pastena. Gli striscioni non avevano nulla di offensivo e recitavano: <Ennesima diffida, l’infame insiste. Ennesima sconfitta, l’ultras resiste>. Per intervenire la Digos,in misura così plateale, c’è qualcuno che ha protestato pensando che il club dedicato al “Siberiano” fosse stata una costola italiana di Putin e non invece il soprannome di un accanito tifoso granata, prematuramente scomparso. Fin qui il fatto. È inutile scrivere chi ha protestato, in Questura certamente lo sapranno e lo avranno identificato. Ma quel che amareggia è l’ordine della Digos ai vigili urbani per la rimozione degli striscioni di amarezza e dissenso dopo l’ennesima sconfitta che apre, matematicamente, le porte della retrocessione in serie B. Gli striscioni degli ultras sono un elemento fondamentale della cultura dei tifosi organizzati, specialmente nel calcio italiano. Ad esempio, l’Osservatorio Nazionale Sulle Manifestazioni Sportive , istituito presso il Viminale, ha stabilito che gli striscioni devono essere autorizzati dalle società calcistiche prima di essere introdotti negli stadi. Ciò non è avvenuto a Salerno perché gli ultras sono storicamente la festosa cornice del tifo e l’ingegneria linguistica utilizzata in questa circostanza dimostra la creatività e la determinazione degli ultras nel mantenere la passione calcistica. La poderosa e irriverente superiorità di chi ha protestato non ha tenuto conto di avere chiesto un’azione contro il dissenso ma, cosa ancor più grave, confidando sul silenzio e il disinteresse collettivo. No, è l’immagine secca del no al dissenso. E lei ministro, uomo di Stato, non può consentire delle gestualità inoffensive ma , immediatamente e negativamente traducibili come linea di condotta ispirata alla repressione. Non sarà mai nel suo stile perché sa bene quel che scrisse il noto giornalista statunitense Alan Barth: <La critica e il dissenso sono l’antidoto indispensabile alle grandi delusioni>. E a Salerno la grande delusione c’è tutta perché una classifica è solo la prima notizia di una storia che racconta un pezzo di retrocessione identitaria, qual’è il calcio a Salerno.