di Enzo Sica
SALERNO – C’è rimasto davvero male Leonardo Menichini (nella foto di Gambardella) per questa retrocessione della Salernitana, lui tecnico dalle grandi capacità che l’aveva riportata in serie B nel lontano 2015 salvandola, poi, in due play out sia nella stagione 2016 che nel 2019. Per il tecnico di toscano, nativo di Ponsacco, il prossimo dicembre 72 primavere, la squadra granata in questa stagione non è stata assolutamente fortunata, forse anche danneggiata da alcune cervellotiche decisioni di Lega di serie B e della Federazione che hanno dapprima sospeso il play out iniziale che ci doveva essere contro il Frosinone e successivamente, dopo circa un mese dalla fine del campionato, hanno riportato su la Sampdoria già retrocessa consentendole, poi, di giocare contro la Salernitana la permanenza in serie B. “Qualcosa di veramente assurdo è accaduto – dice subito Menichini – che con una gara importante come quella della permanenza in cadetteria alla fine non ha fatto altro che favorire i genovesi che anche psicologicamente avevano un vantaggio in più dei granata”
Ecco, mister. Proprio sui play out. Lei che è stato un vincente proprio qui a Salerno in due occasioni. Ma come si affrontano gare di questo genere?
“Innanzitutto con la tranquillità e la voglia di pensare di essere superiori agli avversari. Ricordo il mio primo play out contro il Lanciano quando abbiamo disputato una grande partita sul loro terreno e vincemmo per 4 a 1 mentre all’Arechi con quella cornice di pubblico eccezionale che c’era un solo gol, quello di Coda, ci fece conservare la categoria”
Contro il Venezia, nel 2019, si verificarono quasi le stesse condizioni che ci sono state in questa stagione con il cambio di avversario, con il salvataggio del Palermo dapprima retrocesso con 20 punti di penalizzazione e poi ripescato.
“Esatto. Diciamo che accadde qualcosa di simile come è avvenuto ora. Prima eravamo salvi sia noi che il Venezia e non si dovevano disputare i play out..Poi ridotta i punti al Palermo e con la classifica che fu riscritta si dovette giocare per la permanenza in serie B sempre nel mese di giugno, con le due partite contro i lagunari”
Malgrado anche allora ci fu un lungo stop, si giocò anche nel mese di giugno ma lei riuscì sempre a tenere alta la concentrazione della sua squadra chiamata a queste due gare importanti?
“In questi casi l’ambiente deve essere sempre carico e non si possono concedere vantaggi agli avversari. Be’ sì ricordo che conoscendo la calda piazza di Salerno volli effettuare anche un allenamento a porte aperte proprio in vista della gara contro i lagunari. Ci fu grande entusiasmo intorno alla squadra, feci distribuire anche gadget granata proprio per tenere alta l’attesa della piazza e dei miei calciatori”
Ed arrivò la vittoria per 2 a 1 all’Arechi?
“Si abbastanza voluta, cercata che ci permise di andare in Laguna e avere il vantaggio di un gol”.
Poi la gara di ritorno con quella interminabile partita, i supplementari, i calci di rigore e un uomo in meno nella sua squadra per circa 80 minuti di gioco?
“Fu una partita davvero dura che ricordo ancora perchè sapevamo che non era facile mettere in difficoltà il Venezia che era allenato da Cosmi. Poi quasi alla fine del primo tempo l’espulsione di Minala ci tagliò le gambe anche se i 10 ragazzi sul terreno di gioco diedero il massimo e riuscirono a portare la gara fino ai supplementari dopo il gol loro dell’1 a 0 che aveva pareggiato le sorti. Resistemmo perchè la maglia granata e la spinta dei tifosi ti dà qualcosa di diverso, di eccezionale. E quando Micai, il nostro portiere, nella lotteria dei rigori fece alcune parate eccezionali sui tiri dei veneziani arrivò quella salvezza che tutta Salerno meritava”
Purtroppo questa volta non è andata per il verso giusto e ora si torna in C, un campionato dal quale lei ci aveva portato in B?
“Capita anche perchè ero convinto che la squadra avesse raddrizzato la stagione nelle ultime decisive gare. Ho anche avuto modo di vedere le due partite sia quella a Marassi che quella all’Arechi. Ho visto una squadra granata senza mordente in Liguria, ho sperato che domenica potesse superare la Sampdoria con due gol. Ma è stato tutto negativo. A cominciare dal gol annullato a Ferrari, al mancato rigore su Soriano. Poi nel momento in cui pensi che ci possa essere la svolta il gol di Coda, anche quello da annullare, ti ha tagliato le gambe”.
Ed ora come si ricomincia?
“Bisogna rimboccarsi le maniche, ritrovare quell’entusiasmo che il popolo granata ha sempre avuto, rialzandosi dopo la caduta. Certo non sarà facile ma auguro alla Salernitana di tornare su con pazienza, senza pensare che possa essere facile”
Anche perchè la serie C è un campionato diverso dalla B e un esperto di questa categoria come lei quale consiglio può dare?
“Io sono dell’idea che tutti i campionati sono difficili. Quello di serie C particolarmente e lo sto vedendo negli ultimi anni. Oggi alleno a Pontedera che è una bella realtà del girone B proprio di terza serie ma ogni squadra cerca sempre di non concedere poco agli avversari. Non dimentichiamoci che non ci sarà il Var e tante situazioni anche negative andranno vagliate ad ogni gara. Inoltre dico che non è il nome importante di una squadra che ti può far vincere subito il campionato. Vedi negli ultimi anni Benevento, Crotone, Vicenza, la stessa Ternana che sono squadre blasonate ma che non riescono a venir su. La Salernitana deve solo essere umile, allestire una squadra con calciatori di categoria, cercare di non strafare proprio perchè quando si cercano subito i risultati si rischia di non raggiungere l’obiettivo”
Mister da tecnico vincente alla guida dei granata cosa vuole augurare alla futura Salernitana che giocherà, appunto, in serie C?
“Sono rimasto molto legato a Salerno dal momento in cui ho allenato la squadra. Certo capisco i tifosi, la loro delusione che è anche la mia ma tutti sanno che questa città vive di calcio. Bisogna solo avere la lucidità di aspettare e riprendersi. Ho letto che la proprietà attuale ha intenzione di andare avanti proprio per ricreare quel clima eccezionale che c’è stato almeno fino a due anni fa. Io dico che la tifoseria deve crederci e dunque essere vicino alla futura squadra che senz’altra sarà costruita bene dopo questa stagione nella quale la dea bendata, in molte circostanze, le ha voltato le spalle”.





