Mazzette alla tributaria: condanne definitive per 4 imputati - Le Cronache
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Mazzette alla tributaria: condanne definitive per 4 imputati

Mazzette alla tributaria: condanne definitive per 4 imputati

Niente sconti per le mazzette alla Commissione Tributaria di Salerno, ricorsi “inammissibili” e condanne confermate per 4 imputati nell’ambito di un’inchiesta denominata “Ground Zero” che aveva portato sul banco degli accusati ex giudici tributari, avvocati, imprenditori ed ex politici. L’inchiesta è quella del 2019 che si è sdoppiata portando gli stessi imputati a nuove accuse mosse dal pm Elena Guarino. Conferma per il segretario Giuseppe Naimoli, 5 anni e 4 mesi di reclusione con revoca di provvisionale e risarcimento del danno alla parte civile. Conferma anche per l’ex giudice tributario De Camillis (di Benevento), 4 anni e 8 mesi. Sei anni e 3 mesi per il giudice della commissione tributaria regionale di Salerno Ferdinando Spanò di Pomigliano d’Arco e per lui fu ridotta la confisca. Quattro anni e 2 mesi per l’ex parlamentare Teodoro Tascone (di Pontecagnano), come da primo grado.
Le sentenze in Appello furono due e riguardavano due procedimenti diversi sempre inerenti al giro di tangenti presso la commissione tributaria.
Un giro di tangenti, secondo l’accusa, che avrebbe riguardato due impiegati della commissione, sei imprenditori, quattro consulenti fiscali e due giudici, con imposte e sanzioni annullate per circa 15 milioni di euro. l’inchiesta era stata supportata da intercettazioni e dalle immagini fissate da una telecamera installata in un ascensore. Fotogrammi nei quali era stato immortalato, in un’occasione, De Camillis, al quale era stata infilata, da un impiegato della commissione, una busta bianca nella tasca del giubbotto che indossava.
Nel motivare la decisione la Cassazione scrive di un natura “sistematica e quasi professionale della condotta illecita e senza scrupolo di approfittare della difficile situazione umana di un imprenditore inizialmente coinvolto nel processo e poi assolto”.
Sul giudice Spanò invece emerge “la forte cupidigia dello stesso, che lo portò a rinviare un delicato intervento chirurgico pur di trattare le cause oggetto di mercimonio, e la sua predisposizione alla corruzione, manifestata dalla piena adesione al sistema in uso nella commissione salernitana” E ancora “De Camillis nel tentativo di alleggerire la propria posizione processuale, aveva addirittura affermato di aver preso contezza, solo una volta rincasato, del contenuto del plico contenente il prezzo della corruzione”. p.f.