Massimo Troisi era un po’ cavese. La storia - Le Cronache Spettacolo e Cultura

di Vito Leso

Tutto pronto per la 24esima edizione del Premio Massimo Troisi che si svolgerà dal 24 al 29 giugno a San Giorgio a Cremano, città natale dell’indimenticato artista napoletano. Un’edizione speciale organizzata dal Comune sangiorgese con il contributo della Regione Campania e dedicata ai 30 anni dall’uscita nelle sale de “Il Postino”, l’ultima opera e testamento cinematografico di Troisi che volle portare a termine nonostante le sue condizioni di salute.La storia sul cuore fisico ma anche metaforico di una dei più grandi artisti italiani del Novecento sarà il leitmotiv di questa attesa edizione che presenterà talk show, eventi e spettacoli con cui sarà ricordato non solo il grande artista ma anche la sua ultima opera, con artisti legati alla pellicola. Tanti gli ospiti previsti durante la sei giorni tra cui Ciro Giustiniani, Dado, Francesco Baccini, Teresa De Sio, Mr. Hyde e Maurizio Mattioli. Il concorso del premio è costituito da varie sezioni, tra cui miglior attore comico, miglior corto comico, migliore scrittura edita e inedita e miglior testo teatrale e fiction televisiva, quest’ultima in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli che, lo scorso anno, conferì una laurea honoris causa in Discipline della Musica e dello Spettacolo a Massimo Troisi. In programma i premi alla carriera a Mariano Rigillo e Leo Gullotta. Il 25 giugno è previsto un omaggio ad Alighiero Noschese e, il giorno seguente, il concerto del premio Oscar Nicola Piovani con il suo spettacolo “Note a Margine”. Tra le novità relative alla gara tra giovani talenti, vi sono le collaborazioni con accademie e associazioni di prestigio nell’ambito dello spettacolo e della comicità, da Milano a Trapani. Massimo Troisi era un po’ cavese. Per buona parte, visto che sua nonna Teresa Murolo, sposò Luigi Troisi, ferroviere. Ebbero alcuni figli tra cui Alfredo, che convolò a nozze con Elena Andinolfi ed andarono a vivere a San Giorgio a Cremano. Qui ebbero sei figli Annamaria, Rosaria, Luigi, Vincenzo, Massimo, Patrizia. Nonna Teresa era stata registrata all’anagrafe del comune di Cava de’ Tirreni il giorno 8 ottobre 1886. La ricerca, che ha portato alla luce la succulenta notizia, è stata condotta dal gruppo di studiosi Cava storie, che hanno approfondito un dato offerto dal dottore Generoso Conforti. A seguito di questa importante scoperta è in programma per il prossimo autunno un evento ad hoc organizzato dalle associazioni “Accademia Talenti”, “Cavastorie” e “Fuori Tempo Teatro Luca Barba” e l’agenzia internazionale 1886 Agency. La notizia sposta tutto l’asse di ragionamento sulle origini di uno dei più grandi attori e registi campani. Quella verve, quella ironia, quelle intuizioni sarebbero quindi anche un po’ salernitane. Sul genio non cambia niente, quella caratteristica però, si trova anche un po’ in un Dna, non tutto all’ombra del Vesuvio. La ricerca è ben circostanziata dai fatti. Teresa Murolo nacque nella frazione della Santissima Annunziata a Cava de’ Tirreni, il 7 ottobre 1886 e venne registrata il giorno dopo, come si accennava già, l’atto di nascita è il numero 637. Teresa incontra il marito, Luigi Troisi, a Salerno. Era ferroviere e sono ancora vivi nel ricordo gli aneddoti raccontati da Massimo sui regali di trenini che gli consegnava la befana, proprio perché questi doni, arrivano dall’attività svolta dal padre Alfredo, anch’egli ferroviere. A quei tempi i lavori e i mestieri si tramandavano da generazione in generazione. Teresa Murolo, cavese, si trasferì poi a Barra, comune in provincia di Napoli, come riferito dalla sorella di Massimo, Annamaria, e qui, a pochi chilometri da San Giorgio a Cremano, terminò la propria esistenza.

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