“Personalmente sono pronto e ho le idee chiare. Se restassi, il lavoro sarebbe già fatto”. Usa il condizionale Massimo Mariotto. Sa che il suo futuro a Salerno è in bilico. Sarà per il suo modo di essere (“Mi piace per carattere restare nell’ombra”) molto schivo e poco appariscente, ma dello staff dirigenziale sembra quello con meno possibilità di restare anche la prossima stagione. Forse lo sospetta anche lui e perciò dalle sua parole traspare un pizzico di amarezza:?“Conosco il calcio e le sue regole, a volte nascono dei rapporti di simpatia…Con Lotito e Mezzaroma c’è un buon rapporto ma non siamo dei sentimentali. Quando vinci un campionato, hai un qualcosa che ti puoi rivendere altrove se non ti confermano”.?Eppure anche Mariotto ha i suoi meriti. Il ds ha operato in una situazione di mercato comunque non facile e di continuo e inevitabile rapporto di dipendenza con la proprietà e con la Lazio:?“Il momento più difficile è stato sicuramente in ritiro quando dovevi subito capire cosa potesse mancare. Si parlava di?Togni ma avendo Perpetuini serviva più un Mancini. E alle condizioni a cui l’abbiamo preso è stato un grande affare. Come la grande intuizione della coppia Ginestra-Guazzo o l’arrivo di Molinari. Ma anche l’acquisto di Piva, che io non conoscevo,è stato importante.?Con Susini è nato un bel rapporto, come detto più volte. Lui sul quotidiano è un cagnaccio, io magari lavoro più in prospettiva. Se la società vuole siamo pronti”. Mariotto resterebbe volentieri a Salerno:?“Lavorare qui è gratificante.?E’ una grande piazza. E’ facile andare in 10mila all’Olimpico, ma andare in 1500 a Fondi è notevole. Certo in questa città devi essere bravo a farti scivolare le cose addosso. Personalmente non mi aspetto nulla, dato che ho sempre firmato il contratto i primi giorni di luglio. Tra Benevento e Salerno ho collezionato più di 300 punti, un po’ magari ne capisco anche io”. Contento del primo posto, anche se non si aspettava di festeggiare tramite la radio, da uomo che ama parlare solo di calcio Mariotto delinea anche le strategie per la prossima stagione:?“La Salernitana non può permettersi di vivacchiare in?Prima Divisione, ma deve essere costruita una formazione in grado di vincere.?Quest’anno abbiamo commesso l’errore di aver allestito una rosa troppo ampia. Con trenta giocatori è inevitabile che giovani validi come Vettraino,?Cristiano Rossi e Topouzis vadano in tribuna. Ma è sbagliato.?la rosa deve essere composta da ventidue giocatori. Secondo me ci vogliono sette o otto giocatori, non necessariamente esperti”. Qualcuno dalla Lazio qualcun altro è stato individuato, ma chi sarà il tecnico? “Lo stile Perrone premia.?E’ un decisionista, si fa scivolare addosso le critiche e ha svolto un ottimo lavoro.?E poi ha avuto un merito, tipico dei grandi allenatori, aver trovato una formazione che tutti ricordano a memoria”. Se con Mancini il discorso sembra avviato a soluzione positiva per la lista dei confermati bisognerà attendere l’ultima partita: “I contratti sono fino al 30 giugno. Ora pensiamo al primo posto, poi alla Supercoppa, magari contro il Venezia, poi ci incontreremo.?tempi lunghi? A volte è meglio al fine di non commettere errori”. E infine un aneddoto: “Domenica ho ricevuto una telefonata da un nostro tifoso di Serre, Vincenzo Chiariello, che purtroppo non sta bene. Mi ha detto «direttore mi avete dato mezz’ora di felicità».?Ebbene ho capito davvero cosa sia la Salernitana”.?E probabilmente quanto gli farebbe piacere restare anche l’anno prossimo.
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