di Monica De Santis
Mario Ventura, responsabile FIPE Salerno per Confcommercio Campania, traccia ad una settimana dal ritorno in zona gialla della Campania e quindi con la riapertura, anche se parziale al pubblico di bar e ristoranti, un bilancio e si mostra molto amareggiato per un decreto che purtroppo ha penalizzato molti suoi colleghi… “ Quello che sarebbe dovuto essere un Decreto Aperture, in realtà appare come un Decreto Chiusure già annunciato, in quanto il 50% delle attività non ha potuto rialzare le serrande, non disponendo degli spazi esterni, senza tenere conto del fatto che, molti altri esercizi si sono dovuti adeguare ad accogliere un numero ridotto di clientela distribuita a un numero esiguo di tavoli”. Secondo Ventura purtroppo la parziale riapertura dei locali non ha spinto le persone ad uscire, infatti gli incassi che si registrano sono ancora molto bassi… “Viviamo l’incombenza della serrata, da un momento all’altro, con la politica del cambio-zona-colore che determina la nostra precarietà. Ci siamo sempre schierati in modo altruista e costruttivo, pertanto, ancora una volta non resteremo in silenzio, continuando a dimostrare il malcontento a sostegno di chi ancora aspetta di poter ripartire. Restando in primis dalla loro parte, non smetteremo di avanzare proposte e richieste, sia per la questione coprifuoco che per l’anticipazione delle riaperture che abbraccino tutti, indistintamente dalla disponibilità delle aree all’esterno”. Una lucida analisi, figlia di un bilancio in cui vengono tirate le somme, ormai da un anno a questa parte: “Non molleremo, nel rispetto delle regole, come abbiamo fatto sin dal primo momento ma, soprattutto, manteniamo ferma la nostra posizione: ristori ad hoc e indennizzi sicuri e subito che garantiscano la sopravvivenza a chi non ha potuto riprendere servizio, assieme a una prospettiva di organizzazione destinata a tutti i ristoratori che sia unica e definitiva”. Per concludere, Ventura avanza una riflessione su tutte: “Sembrerebbe una mossa politica tesa a spaccare una categoria che, adesso più che mai, deve mantenere non solo i nervi saldi, ma una compattezza necessaria, affinché la propria voce arrivi più forte al punto”.