di Andrea Pellegrino Mentre s’attende il nuovo investitore del “Marina d’Arechi”, dopo la dismissione delle quote statali (quote Invitalia) dalla società di Agostino Gallozzi, il porto oltre ai danni economici per i proprietari crea danni anche al vicinato. Ed in particolare alla costa che lentamente si assottiglia sempre di più. Tanto ad est quanto ad ovest, tra un po’, resterà poca roba. Colpa dell’erosione marina e soprattutto delle mancate opere di protezione che sarebbero dovute essere realizzate. A partire dai “pennelli” che avrebbero dovuto deviare opportunamente le correnti marine, al fine di proteggere la costa. Basti pensare che la vicina Colonia San Giuseppe, di proprietà della Curia, è rimasta quasi a secco mentre un forte dimensionamento della spiaggia lo ha avuto lo stabilimento balneare. Ma ben presto si potrebbe assistere ad un completo annullamento della spiaggia, sia a oriente che a occidente del Marina d’Arechi, mandando così in soffitta il progetto turistico che era nella mente dell’amministrazione comunale dell’ex sindaco Vincenzo De Luca, oggi governatore della Campania, ma mai messo in pratica. Ad ovest del porto che ospita circa mille posti barca, ma rimasto orfano delle opere di Calatrava – pare per motivi economici – la situazione delle spiagge non cambia. Lì ci sono gli stabilimenti delle forze dell’ordine, a partire dal lido dei Carabinieri, fino a quello della Guardia di Finanza. Eppure ci sarebbe un progetto che riguarda il ripascimento con relative opere a protezione della costa già approvato dalla regione Campania che pare avesse anche destinato i primi fondi. Chissà se ora De Luca governatore, non potendo più attribuire la colpa al solito Caldoro, non metterà nuovamente mano al progetto salva coste. Ma prima occorrerà sapere se il presidente ha ancora interesse o meno nel mantenere in piedi il “Marina d’Arechi”. Al momento tra Gallozzi e De Luca pare che l’idillio sia finito. Il tutto mentre i “vicini” contano i danni.
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