La notizia del mio rinvio a giudizio per violazione dell’art. 361 c.p. (ritardata denuncia, reato punibile, qualora dimostrata la colpevolezza, con la sola multa!) è stata l’occasione mediatica per dire che sono la sorella del Presidente Michelangelo Russo, impegnato in questi giorni nel processo al Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Ad onore di cronaca non sono solo la sorella di Michelangelo Russo, ma anche la zia di suo figlio, anch’egli magistrato inquirente, e la madre di un magistrato, inquirente in una Sede difficile. Questa mia condizione di invidiabile apparente privilegio forse può destare qualche “malumore” in più di un ambiente e fa di me un bersaglio mediatico adoperabile anche per secondi fini. E’ mio dovere, quindi, spendere qualche parola sulla mia persona, visto che il coraggio con cui ho impostato la mia professione in difesa dei bambini abusati, ha creato “fastidi” soprattutto quando ho toccato apparenti illustri insospettabili. Risponderò di ritardata denunzia, che sarà puntualmente controbattuta al momento opportuno. Ebbene, per quel po’ che io, medico, ho imparato sul diritto dalle mie parentele, a dire il vero più scomode che vantaggiose, in tema di ritardo in atti d’ufficio occorre non solo il materiale decorso del tempo, di cui tra l’altro il 361 non ne fissa un termine, ma anche la presenza del dolo specifico del ritardo, che deve essere dimostrato! E’ di pochi giorni orsono la notizia divulgata dai mass media che il Tribunale di Salerno detiene la maglia nera per il ritardo delle sentenze, cioè di atti pubblici. Quindi, si denuncino e si rinviino a giudizio tutti i magistrati del Tribunale di Salerno in quanto colpevoli del reato di ritardo in atti di ufficio! E’ ovviamente un paradosso. I ritardi sono ben comprensibili se si pensa alle croniche carenze di risorse umane e strumentali, all’aumento della criminalità in tutte le sue complesse e articolate forme e alla spending review che, gravando su Tribunali già intasati, ne ostacola ulteriormente il funzionamento….Non è un po’ anche quello che succede nella sanità? Nello specifico , per quanto riguarda la mia vicenda, c’è da sottolineare inoltre che la Polizia Giudiziaria aveva evidenziato ritardi o omissioni di più uffici, sulle cui posizioni la Procura non ha minimamente indagato, nemmeno per un’eventuale archiviazione, soffermandosi esclusivamente su un mio presunto ritardo. Come mai la Procura ha individuato un presunto mio ritardo senza nulla provvedere sulle altre posizioni professionali segnalate dalla Polizia? E, soprattutto, oltre a reprimere opinabili ritardi, perché la Procura non ha immediatamente pensato ad avviare quel coordinamento con l’ASL e con il NOT previsto dal protocollo d’intesa del 2002 e più volte sollecitato ufficialmente ( ricevute alla mano!), dalla sottoscritta? Eppure anche la P.G. nel suo rapporto finale sul caso in questione ne aveva ravvisata la necessità, invitando esplicitamente la Procura a dare le direttive giuridiche al NOT per ottimizzare le procedure. Dott.ssa Maria Rita Russo
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