Domani, presso la Sala Pasolini di Salerno, verrà presentato il volume che raccoglie l’opera poetica dell’intellettuale salernitano, in libreria per le Edizioni La Vita Felice
Di DAVIDE NAIMOLI
Domani, nella Sala Pier Paolo Pasolini di Salerno, con inizio alle ore 18,30, sarà presentato il volume che raccoglie l’intera opera poetica di Marco Amendolara “La passione prima del gelo – Poesie 1985-2008” (Edizioni La Vita Felice di Milano, con un saggio critico di Alessandro Ghignoli). L’incontro nasce dalla sinergia dell’ Associazione Marco Amendolara con il Comune di Salerno, e vedrà i saluti istituzionali di Ermanno Guerra, Assessore alla cultura e Università, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale e del vicepresidente del sodalizio culturale Olga Chieffi, seguiti dagli interventi critici di Alfonso Amendola, Gemma Criscuoli e Stefano Pignataro, coordinati da Andrea Manzi, con un reading poetico affidato all’ interpretazione di Antonella Valitutti. La direzione dell’Associazione ha inteso affidare le relazioni principali a due critici, Stefano Pignataro, appena ventiduenne e la già docente Gemma Criscuoli, i quali non hanno mai conosciuto personalmente il poeta, in modo che venisse fuori l’essenza più pura del verso di Amendolara, senza alcuna ombra emozionale dovuta all’incontro, all’amicizia, al dramma della sua prematura scomparsa. Il volume edito per volontà dell’associazione dedicata al poeta – nata nel febbraio del 2013, dalla comune e spontanea esigenza di un gruppo di persone, a lui legate da vincoli di affetto e di stima, di dare seguito al profondo dialogo intellettuale ed umano da lui stesso iniziato, presieduta da Alfredo Nicastri – continua, così, l’opera di divulgazione dell’opera di Marco, che ha già visto nel 2014 la pubblicazione de’ “Il corpo e l’orto – poesie 2005-2008” sempre per le edizioni milanesi de’ La Vita felice, raccogliendo l’intera opera poetica di Marco Amendolara, da “Città di Passaggio” a Rimmel, dai Misteri di Seymour a Fogli selvatici, da Stelle e Devianze, agli “Epigrammi”, passando per “La passione prima del gelo”, “Catulliane e altre versioni, “L’amore alle porte”, “La bevanda di Mitridate, sino a “Il corpo e l’orto”. Un percorso, in cui si può riconoscere il Marco fine traduttore, la grande influenza del passato sul verso, le passioni per il giallo, il fumetto, il cinema, certo decadentismo, e ancora, il sacro senso dell’amicizia, l’interesse per le arti, tutte, la simbiosi con la natura nella sua assolutezza, la condizione dell’ inappartenente e dell’inadatto, quell’amore che coinvolge e sconvolge, che mangia l’esistenza, che strugge l’uomo e il tempo, sino alla liberazione dal corpo, attuazione massima dell’esercizio filosofico, riaccendendo, così, il romanzo, un nuovo romanzo, rifiutando di tenersi aggrappato alla corda, ai linguaggi, al vedere e al non voler vedere, all’accecarsi, all’assordarsi, al cadere e ricadere sempre nello stesso posto, riconquistando l’agognato mistero del primordiale.