Mappe sperdute sui tamburi di Antichi Viaggiatori - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Mappe sperdute sui tamburi di Antichi Viaggiatori

Mappe sperdute sui tamburi di Antichi Viaggiatori

Questa sera, alle ore 20, i Meditamburi di Paolo Cimmino saranno ospiti della rassegna Concerti in Luci d’artista, firmata da Antonia Willburger sull’arenile di Santa Teresa

 Di OLGA CHIEFFI

In questo tempo di Natale, tempo di vacatio, in cui il tempo storico si arresta ed è in noi il desiderio di eliminare tutto il male che l’anno morente ha prodotto, nella speranza di rigenerarlo in un tempo completamente nuovo, nel quale si possa rinascere ad una vita non più basata sul privilegio e la discriminazione, la rassegna, “Concerti in Luci d’Artista”, organizzata dal CTA di Salerno, diretta da Antonia Willburger, in collaborazione con l’Associazione “Amici dei Concerti di Villa Guariglia” con il patrocinio ed il supporto del Comune di Salerno ed il Conservatorio Statale di Musica “G. Martucci” di Salerno, affida il suo penultimo appuntamento alla musica dei Meditamburi. Questa sera, alle ore 20, la formazione capitanata da Paolo Cimmino, che applaudiremo sia come vocalist che alle percussioni, con Emidio Ausiello e Pasquale Di Lascio alle percussioni e Michele Maione, che si alternerà tra mandola, percussioni e sequenze, presenterà, sull’ arenile di Santa Teresa, il suo ultimo progetto “Antichi Viaggiatori”, un cd pubblicato dalla PoloSud Records. Vicino al Presepe di Sabbia con un bambinello migrante che sta per nascere, in dieci brani, i nostri viaggiatori disegneranno mappe, proprio come accade per i monti, i fiumi, le pianure. Sarà, però, una cartografia percussiva che sovvertirà le certezze, invece di fissare coordinate precise. Niente è più fluido ed evocativo di un paesaggio acustico, perché dai suoni trapelano storie, con la loro densità affettiva e la loro costitutiva eccedenza, rispetto al tempo e ai luoghi. Niente è più vibrante di un corpo d’acqua, sulle cui rotte avviene la diaspora di ritmi, melodie, vocalizzi, tonalità: il Mediterraneo. “Un’ infinità di tracce accolte senza beneficio di inventario” scriverebbe Antonio Gramsci e tra Jawi, Tarantella Cicoli e Ricotta, Amra, Balla sul tamburo, in cui si canta per la Campania Felix, contro le ecomafie, omaggiando Roberto Saviano, gli Antichi Viaggiatori, novelli pastori, si trasformano in Tammurrianti, intonando una Ninna Nanna per tamburello, inseguendo destabilizzanti scie sonore di un archivio liquido e meticcio. Il Mare-Nostrum bagna le sponde di tre continenti, di tre grandi culture e le suggestioni di questa musica nascono dal racconto percussivo di un’idea meno scontata di identità e di dimora. La sensualità dei suoni, la memoria millenaria che custodisce, e le appartenenze che mettono in gioco, ci convinceranno che l’importante non è tanto avere una casa nel mondo, bensì creare un mondo vivibile in cui sentirsi a casa.