Enzo Sica
Pochi lo ricordano come presidente della Salernitana ma Augusto Strianese, imprenditore molto noto in città, scomparso ieri all’età di 86 anni circa 40 anni fa, è stato anche alla guida della società granata. Era uno dei capofila della Fi.Sa. (Finanziaria salernitana) che era nata grazie all’intuizione del cavaliere Antonio Amato re della pasta e sponsor principale della squadra di calcio affiancato da altri imprenditori locali che dal 1985 al 1987 rilevarono la società granata, sempre alle prese con difficoltà economiche, dall’imprenditore avellinese Iapicca.
Lo slogan coniato in quel periodo dalla tifoseria granata, parliamo di 40 anni fa, era emblematico <la squadra di calcio della Salernitana vada ai salernitani> e non lasciò indifferenti questi imprenditori che avevano a cuore le sorti della squadra di calcio e Strianese, che successivamente fu anche presidente della gloriosa Rari Nantes Salerno squadra di pallanuoto che oltre ad accettare la difficile carica cercò subito di allestire una squadra che potesse soddisfare l’esigente allora come oggi tifoseria granata che voleva rivedere la squadra in serie B dopo anni di purgatorio in serie C..
Il ricordo ancora nitido di quelle stagioni affidate ad un salernitano doc come Matteo Mancuso (ma c’erano anche altri salernitani che erano orgogliosi di indossare la casacca granata come Enzo Leccese e tanti altri) portiere, eterno dodicesimo visto che in tre annate diverse nella Salernitana ha giocato in tutto solo 28 volte una spiegazione c’è. Dice l’estremo difensore:: avevo davanti sempre mostri sacri che tra i pali erano eccezionali. Ricordo Battara, Boschin e qualche altro. Quindi nessuna meraviglia del mio stare in panchina>
Ma parliamo di Strianese che è stato tuo presidente. Che ricordi ti porti dietro e se ce ne sono.
<Guarda l’ho visto poche volte. Una bella persona, schietta, innanzitutto tifoso granata che si faceva vedere poco volte negli spogliatoi ma che attraverso altri dirigenti, tra cui Nino Paravia cioè colui con il quale noi della rosa eravamo più a contatto, ci faceva arrivare sempre i suoi incitamenti. Pensa ancora che il cavaliere Amato, altro personaggio importante della società, lo vedevamo pochissimo se non nelle feste di fine anno o di qualche altra ricorrenza importante. Oggi invece i presidenti di calcio praticamente si vedono sempre e costantemente anche negli spogliatoi per incoraggiare la loro squadra. Altri tempi non ti pare?
Una piccola curiosità. E’ vero che quando diventò presidente Strianese ci fu il primo avvicendamento in panchina con il campionato che non era ancora iniziato?
<Sono trascorsi tanti anni ma quell’episodio lo ricordo. Il tecnico scelto per la stagione 1984 – 1985 era il barese Lauro Toneatto. Eravamo in ritiro, l’allenatore non rimase contento dei calciatori presi dalla società e dopo appena venti giorni si dimise. Il presidente dopo poche consultazioni con gli altri soci della Fi.Sa. contatta Giampiero Ghio, un allenatore che era tra i migliori per quel periodo e che iniziò la stagione anche se non si riuscì a vincerlo.
Le altre tue stagioni in maglia granata, Matteo, come sono state?
<Sempre con grandi motivazioni perchè ci tenevo a vedere felici i tifosi salernitani che ci seguivano con tanto affetto. Anche se giocavo poco non era un problema. Sono stato anche ad Ischia una sola stagione l’anno successivo sono tornato alla Salernitana e, come ti dicevo, ero anche contento di fare il secondo. C’era Soldo come allenatore e l’allora diesse Alberti mi riprese nella squadra granata. Una stagione con tante difficoltà, ben cinque allenatori cambiati ma certamente propedeutica per la stagione successiva che ci fece tornare in serie B. Ma era già quella la Salernitana nella quale non c’era più Strianese come presidente ma arrivò Soglia (che nella Fi.Sa. proprio della presidenza Strianese era responsabile del settore giovanile) e dove c’era un grande calciatore che ci fece fare un salto di qualità notevole e che è stato il grande Agostino Di Bartolomei>





