di Andrea Pellegrino
L’Urban Center entra nel processo Crescent di Salerno. Le due informative depositate dai pm pare che riguardino l’una i rapporti di Zampino (ex soprintendente di Salerno, imputato) con l’architetto Maria Grazia Vitale – né indagata né imputata nell’ambito del procedimento in corso – e l’altra, l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza con riferimento soprattutto al mancato «fotoinserimento» allegato alla pratica. Elementi che sono emersi durante l’ultima udienza che ha visto in aula l’ex soprintendente Gennaro Miccio, chiamato come teste della Procura. Proprio le dichiarazioni di Miccio avrebbero messo in moto la Procura e di conseguenza i carabinieri che gli scorsi 11 e 13 novembre avrebbero prodotto due informative attualmente depositate agli atti del processo che vede imputato, tra gli altri, l’ex sindaco Vincenzo De Luca, attuale governatore della Campania.
Durante l’ultima udienza, dunque, Miccio ha ripercorso le tappe relative all’autorizzazione paesaggistica, azzardando, anche valutazione personali, proprio quando parla di una scarsa «credenza» al fotoinserimento (riguardo al dossier fotografico inoltrato dal Comune a supporto dell’autorizzazione paesaggistica) e ad un’opera che proprio «bella non è».
Ma l’informativa più ricca di contenuti dovrebbe riguardare i rapporti tra Zampino (il soprintendente del silenzio assenso) e l’architetto Maria Grazia Vitale. Il nome, per la prima volta, era stato avanzato proprio dal pubblico ministero durante l’interrogatorio a Miccio. A quanto pare, alla base dell’indagine della Procura e dei Carabinieri ci sarebbero i rapporti professionali intercorsi tra Zampino e Vitale.
Con Miccio, in realtà, l’architetto Maria Grazia Vitale collabora solo per la realizzazione della mostra “Il Polverificio Borbonico di Scafati tra storia, restauro e progetto”, poi i rapporti, almeno secondo gli atti, sono tutti e soprattutto con Zampino. Anzi a quanto pare è lei che viene indicata coadiutore del progetto (da 504mila euro) della mostra convegno sul tema “Architettura, economia e territorio” ed archivio dell’architettura contemporanea di Salerno. In pratica di quel che sarà l’Urban Center, finito sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Salerno, per il coinvolgimento dell’ex soprintendente Zampino, proprio poco dopo il “silenzio assenso” sul progetto Crescent. E l’Urban Center sarebbe dovuto sorgere nella Torre T1 del Crescent. Un caso che finì dritto anche in una interrogazione parlamentare (dei senatori salernitani Fasano ed Esposito) che spiegava: «l’omissivo silenzio serbato dalla Soprintendenza avrebbe determinato il consolidamento dell’autorizzazione relativa al Piano attuativo; i successivi atti di esplicito assenso sono contestuali a rapporti, di varia natura, da essa instaurati con il Comune da Salerno e consistenti nel finanziamento di mostre e nel conferimento al Soprintendente, dell’incarico di responsabile del costituendo “Urban Center” cittadino (delibera di Giunta municipale n. 936 del 24 luglio 2009). A tal proposito, infatti, risulta, a giudizio degli interroganti, abbastanza sorprendente che il 10 dicembre 2008, con nota n. 3326, il Soprintendente di Salerno abbia proposto al Comune, quantificandone le spese, l’organizzazione di una mostra-convegno e il contestuale allestimento dell’archivio dell’architettura contemporanea, e già il 2 marzo 2009, con nota numero 34834, il sindaco di Salerno ha comunicato di condividere la proposta del Soprintendente garantendone la copertura finanziaria»