Altra seduta movimentata, quella di ieri, per l’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento. L’assise si è riunita a Palazzo Baronale De Conciliis di Torchiara per toccare alcuni punti molto importanti, tra cui l’approvazione del consolidato 2019 e 2020. Per i poco avvezzi ai termine burocratici, il bilancio consolidato ha lo scopo di rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione finanziaria e patrimoniale e il risultato economico della complessiva attività svolta dall’Ente attraverso le proprie articolazioni organizzative, i suoi enti strumentali e le sue società controllate e partecipate. Un giro di parole per indicare, semplicemente, per indicare la disponibilità economica di un dato ente pubblico. Fin qui tutto bene, ma la minoranza, composta dai consiglieri Raffaele Pesce di Agropoli, Teresa Magnoni di Rutino, Raffaele Marciano di Torchiara, Marzia Chirico di Lustra e Francesco Longo di Capaccio Paestum, neo entrato, ha sollevato una problematica. Il consolidato che il revisore dei conti si riferisce al comune di Arzano, in provincia di Napoli. Ma cosa c’entra il centro partenopeo con l’Unione cilentana? Nulla, sotto vari punti vista, ma c’è un qualcosa di molto importante e non riguarda la fama che l’abitato ha avuto grazie alla serie di libri scritti dal professor Marcello D’Orta da cui è stato tratto il film “Io speriamo che me la cavo”. L’Unione ha approvato il consolidato riferito al comune di Arzano. “Un mero errore, un refuso”, lo ha definito il presidente del consiglio Massimo Farro, ma dall’opposizione si levano voci contrarie. «Se si sbaglia il nome del comune – dice Pesce in rappresentanza degli altri consiglieri di minoranza – possono essere sbagliati anche tutti gli altri dati». Gli fa eco Longo: «Vogliamo una relazione firmata che attesti la veridicità dei numeri e corregga il riferimento geografico». Manco a dirlo, la maggioranza approva il consolidato, non reputando grave l’errore messo in luce dall’opposizione.
I nuovi ingressi
L’Unione dei Comuni, ente già molto largo che arriva addirittura ai confini della Piana del Sele, dovrebbe accogliere Castelnuovo Cilento ed Omignano. I sindaci Eros Lamaida e Raffaele Mondelli hanno votato e deliberato l’ingresso dell’ente unionale ma di tale aspetto non se n’è saputo più nulla dalla seduta unionale di dicembre a ieri. A domanda, risposta: se la minoranza non avesse posto il dilemma, nessuno se ne sarebbe interessato. E sul perché non ci siano state novità, Farro ha risposto che c’è da attendere che venga sciolta l’ente sovracomunale a cui i cui comuni appartengono e cioè l’Unione della Valle dell’Alento. Una volta che quest’ultima sarà sciolta, Castelnuovo Cilento ed Omignano potranno entrare nell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento e dunque ingrandire ancor di più la realtà amministrativa, ormai lanciatissima verso la qualifica di sub provincia. In tutto questo, Franco Alfieri rimane saldamente sulla sedia, molto simbolica perché il consiglio si tiene nell’aula adibita agli aventi del palazzo, di presidente, di guida della Provincia e di sindaco di Capaccio Paestum nonostante avesse annunciato le dimissioni