di Marta Naddei Le loro voci strozzate dal pianto mentre raccontano una vita vissuta insieme a lui Gli occhi rossi e gonfi di dolore ed incredulità per una morte tanto precoce ed inaspettata quanto assurda. All’uscita della chiesa, la sorella Annalucia tiene stretta tra le mani una foto del “suo” Roberto, il “gigante buono” dagli occhi cerulei, come lui spesso amava sottolineare a chi gli chiedeva di che colore fossero esattamente le sue particolari iridi. Erano oltre un centinaio le persone che ieri mattina hanno voluto tributare il loro ultimo saluto a Roberto Apicella, il 32enne tragicamente scomparso nella notte tra giovedì e venerdì a seguito di un drammatico incidente d’auto lungo la strada provinciale 175, all’altezza di Campolongo. Gremita in ogni ordine di posto la chiesa di Sant’Eustachio – quartiere nel quale la famiglia Apicella si era trasferita ormai da diversi anni dopo una lunga permanenza a Torrione -, così come tante sono state le persone che hanno ascoltato la celebrazione funebre sul sagrato. E c’erano proprio tutti: dagli amici di infanzia, coloro i quali hanno condiviso con lui gli anni dell’adolescenza, a chi solo negli ultimi anni lo aveva conosciuto ed amato, scoprendo – dietro quell’aspetto fisico imponente e apparentemente burbero – un ragazzo allegro e buono. Insomma, ieri mattina a Sant’Eustachio c’era un’unica grande famiglia, composta da persone che seppur non condividessero con Roberto Apicella lo stesso sangue, lo hanno accompagnato nel cammino della sua vita, fino alla drammatica scorsa notte. Tutti stretti attorno a paprà Nunzio, mamma Rosanna, ai fratelli Annalucia ed Alessandro per condividere un dolore immenso ma allo stesso tempo ricordare i momenti di grande gioia che Roberto ha saputo regalare a quanti lo hanno incontrato. Un amore, quello per il 32enne, testimoniato anche dal momento conclusivo della celebrazione, quando il feretro con sopra la sciarpa della Salernitana ha lasciato la chiesa: palloncini bianchi in volo e uno scrosciante applauso per salutare Roberto Apicella prima del suo ultimo viaggio verso il cimitero per la tumulazione. Dopo una vita vissuta a mille, Roberto se n’è andato in una frazione di secondo, per un colpo di sonno – dovuto alla sua iperattività lavorativa che nel corso della giornata non gli lasciava un attimo di respiro – che gli è stato fatale. Ma quello che è accaduto ieri mattina a Sant’Eustachio, con una marea di persone giunte per salutarlo per l’ultima volta, lo avrà certamente reso felice così come lui aveva fatto, nel suo piccolo, con quanti lo hanno conosciuto.
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