di Erika Noschese
Ho incontrato l’Onorevole Lucia Vuolo, europarlamentare Forza Italia e candidata al Parlamento europeo, presso la sua segreteria di Salerno. Nei soliti convenevoli che precedono una qualsiasi intervista, non ho potuto notare di quante notifiche, tra messaggi e telefonate, la Vuolo stesse ricevendo. Silenziato l’aggeggio tecnologico, sono partito proprio da questo aspetto. Onorevole Vuolo, ma quante telefonate riceve ogni giorno? «Lei pensa che siano troppe? Guardi non ci faccio neanche più caso. Duecento telefonate ed almeno tre volte di più in termini di messaggi». Ma come fa? Non ha un assistente? «Tutti hanno il mio numero di telefono, possono chiamarmi quando vogliono. Adoro ascoltare le persone e le persone hanno necessità di sapere che io ci sono sempre. E le dico anche che spesso sono proprio queste telefonate a farmi capire come stanno i territori, chi chiamare ed anche come pormi rispetto ad un dossier a Bruxelles». Mi tolga una curiosità, come farà a recuperare le telefonate ricevute durante questa chiacchierata? «Nove volte su dieci richiamano, ma per metodo entro fine giornata richiamo». L’8 ed il 9 giugno andremo a votare, cosa si aspetta? «Io pretendo che la gente vada a votare. Le europee hanno una valenza politica estremamente vincolante. Le scelte che io ho operato a Bruxelles tra il 2019 ed il 2024 rappresentano l’80% del lavoro legislativo di ogni singolo parlamento nazionale. Ecco, se il cittadino non andrà a votare, ci sarà qualcuno che lo farà al suo posto. E questo è assolutamente da evitare». In politica contano i numeri ed in Europa? Quali sono le dinamiche? «In Europa contano i numeri, ma a mio avviso hanno un ruolo determinante a competenza e l’esperienza. E la prossima legislatura saranno proprio queste due le chiavi di lettura. Direttiva tabacco, diritti e tutela dei viaggiatori, modifica delle politiche agricole e pescherecce dell’Unione europea, revisione dei regolamenti dei fondi europei diretti ed indiretti. Miliardi di miliardi di euro in mano a 720 deputati europei. Mi dica lei a cosa serve eleggere uno senza esperienza». E lei quanta esperienza pensa di avere? «40 anni di militanza sui marciapiedi del Sud Italia. Cinque anni intensi tra una pandemia e due guerre. Risultati concreti? Salerno, aeroporto europeo, Bari e Brindisi, porti europei, un miliardo di euro per piccoli pescatori, fondi aggiuntivi per il Mezzogiorno d’Italia, maggiori sostegni per il PNRR destinato al Sud, formazione europea per circa un migliaio tra cittadini, imprenditori e Sindaci del meridione. Per non parlare poi della vittoria sull’equipollenza, 20’000 professori che torneranno a lavorare nella scuola italiana. Ho battagliato e vinto sulle etichette allarmanti per i vini italiani esportati in Portogallo e Belgio. Le basta come curriculum esperenziale?». Ma se questo è quello che un europarlamentare può fare, perché i cittadini secondo lei non vanno a votare? «Perché siamo in pochi a fare tutto ciò. In altre interviste avevo detto che spesso è una questione di stile. Io ho colleghi che passano il tempo a tagliare torte, ed altre che spiegano quello che hanno fatto. Mi scusi, ma io preferisco votare e scegliere uno che ha fatto qualcosa per mio figlio e non che sappia tagliare o mangiare una torta». E lei cosa ha fatto per i ragazzi? «Tirocini a ragazzi del Sud Italia a 1’300 euro al mese, per tre mesi a Bruxelles. Per via del Covid19 ne ho potuti fare solo 12, ne prenderò 60 nei prossimi in cinque anni, il 30% del mio budget investito per il nostro futuro. “La settimana europea delle opportunità”, sette giorni itineranti a spiegare cosa fa l’Europa per i giovani con Erasmus+, con i tirocini Schuman e tanto altro». Onorevole la lascio al telefono. Grazie ed in bocca al lupo. «Prego e mi chiami quando vuole».