“Le evidenze derivanti dall’indagine del nostro Centro Studi della nostra associazione – ha dichiarato il Presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – aggiungono un’ulteriore conferma sul versante della capacità di resistenza delle imprese della filiera delle costruzioni. Ammesso che ce ne fosse bisogno, il tessuto provinciale delle aziende edili ribadisce la massima propensione a cogliere le poche opportunità che emergono dal mercato: sono le famiglie in questo momento a richiedere piccoli lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico in considerazione delle agevolazioni fiscali. Avendo recuperato maggiore fiducia, hanno deciso di attingere in maniera più consistente al risparmio ed investono sulla casa, che è il bene primario al quale fanno riferimento. E, quindi, sono le piccolissime imprese locali che hanno scelto sapientemente di riconvertirsi, specializzandosi in lavori di qualità e tecnicamente anche complessi. Ma – continua Lombardi – è chiaro che manca all’appello un piano serio e ben strutturato di investimenti pubblici in grado di rimettere in moto le aziende medio/grandi che da mesi attendono l’avvio di lavori per i quali sono già state espletate le gare pubbliche o che auspicano un percorso meno accidentato e macchinoso per la spesa effettiva dei fondi europei. Si annunciano ancora con enfasi le realizzazioni di opere infrastrutturali importanti, ma all’atto pratico i cantieri non si aprono. Né va meglio per le opere di più piccole dimensioni: anche l’accelerazione della spesa dei fondi Ue, che pure sembrava un elemento di positività, rischia di trasformarsi in un grave boomerang per i Comuni di piccole dimensioni e per quelle imprese che avevano creduto almeno in un parziale sblocco della situazione”. “E non bisogna dimenticare – conclude Lombardi – che anche sul versante delle relazioni con il circuito del credito non si avverte alcuna significativa inversione di tendenza, soprattutto per il settore delle costruzioni. Anche in questo caso manca drammaticamente un interlocutore istituzionale in grado di attivare iniziative – per esempio sul piano delle garanzie – capaci di aumentare il livello di liquidità circolante. In questo contesto l’unico, vero segnale che arriva è la volontà delle imprese di rimanere in campo e di continuare a lavorare con competenza e professionalità. Per il resto, niente di nuovo all’orizzonte”.
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