di Erika Noschese
Continua la strage di sangue sul lungomare cittadino. L’ultimo, drammatico, episodio si è consumato ieri mattina lungo il tratto di zona del Marconi. Ad avere la peggio Michele Tabano, 84enne di Roccadaspide ma residente a Salerno da diversi anni.
La tragedia
Erano le 7.40 del mattino circa, Michele Tabano – in tenuta da jogging – stava attraversando la strada quando viene colpito da una moto che stava sopraggiungendo. Troppo forte l’impatto, per l’uomo non c’è stato nulla da fare e quando il 118 è giunto sul luogo della tragedia non ha potuto far altro che costatarne il decesso. L’uomo stava rientrando a casa, in via Vincenzo Dono, dove viveva dopo aver lasciato Roccadaspide quando viene investito mentre tentata l’attraversamento sulle strisce pedonali; lo scooter viaggiava in direzione zona orientale e a bordo vi era un medico, in servizio presso l’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Sul posto i vigili urbani, agli ordini del comandante Rosario Battipaglia per i rilievi del caso. Il corpo di Tabano è stato sbalzato a circa sei metri di distanza dalle strisce mentre qualche metro più avanti la moto che lo aveva travolto e dietro la siepe il centauro, in gravi condizioni pur non essendo in pericolo di vita. Il centauro è un 55enne in servizio presso l’azienda ospedaliera universitaria dove si trova attualmente ricoverato a causa dei gravi traumi riportati alla testa e al torace.
La dinamica
Ancora da chiarire l’esatta dinamica dell’incidente ma sul lungomare Marconi, nel punto della tragedia, vi è il segno di una frenata: il 55enne ha tentato di evitare l’investimento ma non è stato possibile. Non è chiaro se il centauro rispettasse o meno il limite di velocità. Sul luogo della tragedia anche il medico legale che ha poi disposto il trasferimento del corpo senza vita presso la sala mortuaria del Ruggi. Ad indagare sull’accaduto anche il comando dei carabinieri di Salerno, agli ordini del comandante Antonio Corvino.
I familiari della vittima hanno raggiunto il luogo dell’incidente disperati: la figlia, molto conosciuta in zona, lavorava in un supermercato.
L’indignazione dei cittadini
«Fermiamo queste morti»: a lanciare il disperato appello Ciro Pietrofesa, residente del quartiere di Torrione che in questi mesi è impegnato in prima linea con la questione lungomare Tafuri-Marconi proprio a causa degli innumerevoli incidenti accaduti fino ad oggi, tra cui 3 vittime a partire da luglio 2022. «Il compianto cardinale Pappalardo, vescovo di Palermo, alla omelia funebre del Gen. Dalla Chiesa recitò dall’altare “Mentre a Roma si pensa sul da fare, la città di Sagunto viene espugnata dai nemici”, ma vi è anche un altro detto “mentre il medico studia il malato muore”. Due modi di dire che ben calzano alla questione della tragedia di oggi, partiamo da luglio, muore il giovane Luigi, si inizia a parlare di autovelox, dossi, semafori, cartelli, controlli, a fine agosto ancora un’altra vittima, una signora brasiliana, ed ancora a parlare di autovelox, dossi, semafori, cartelli, controlli, oggi un’altra vittima, da domani parleremo ancora di autovelox, cartelli, dossi, semafori, controlli, ma nel frattempo si allunga la lista delle vittime – ha dichiarato Pietrofesa – Mentre al Comune, e chi è deputato alla sicurezza pensa, sul lungomare si continua a morire. Mi chiedo in tutti questi mesi perché non pensare a fare almeno un primo passo e mettere dei semafori a chiamata dove sono le strisce pedonali sul lungomare, così come è stato posto di fronte alla cittadella giudiziaria? Eppure sul lungomare si sono avuti episodi di incidenti gravi e mortali, perché non si è fatto anche lì? Perché c’è l’ostinazione a non mettere i dossi pedonali realizzati in tutte le città e che servono a far rallentare la corsa? La risposta è per non rompere le auto, ma son meglio i morti? Ho letto di questo provvedimento zona 30, con autovelox, se questo può far stare con la coscienza pulita e dire di aver fatto qualcosa scaricando comunque ogni eventuale responsabilità su chi commette la trasgressione, che dirvi, beati voi, avete fatto il bene delle vostre coscienze e il bene delle casse comunali con migliaia di multe». Per Pietrofesa, dunque, bisogna avere «il coraggio di affrontare realmente la situazione, bisogna intervenire a far sì che non si corra, il cartello o l’autovelox sono una componente ma non può essere la unica soluzione. Penso che bisogna fare qualcosa, dire basta, bisogna scendere in campo e far vedere in modo inequivocabile che siamo stanchi di contare morti lungo il tragitto da piazza della Concordia e fino all’inizio del lungomare Colombo, ora deve finire il tempo delle chiacchiere, ora è arrivato il momento di agire». Nei prossimi giorni si terrà una iniziativa di protesta molto forte sul tratto del lungomare incriminato, con alcune associazioni e i residenti della zona.
La denuncia del Codacons
Quasi del tutto assenti i sistemi di rilevamento della velocità. La denuncia arriva dal Codacons di Salerno dopo l’ennesimo incidente sulle strade cittadine. «Molti vigili sulla Via Marconi, luogo dell’incidente, questa mattina (ieri per chi legge ndr), ma prima certamente non c’erano. Ma ci chiediamo, se non è il primo incidente che capita su questa strada, perché non si è già pensato di intervenire in qualche modo?», ha dichiarato l’avvocato Matteo Marchetti, vice segretario nazionale del Codacons, annunciando che l’associazione di categoria farà un istanza di accesso per sapere quanti controlli sono stati fatti dalla polizia locale di Salerno per superamento del limite di velocità a gennaio e quante multe siano state elevate. «Ormai le strade della città sono diventate piste da rally – ha aggiunto Marchetti – La città è abbandonata a se stessa. Sosta consentita in duplice fila dappertutto, divieti di sosta mai rispettati, limiti di velocità un optional per auto e moto…ed i vigili? O non ci sono, o sono distratti e fingono di non esserci. La città è terra di nessuno, le strade sono terra di nessuno». Il Codacons Salerno chiede dunque un incontro urgente col Prefetto per chiedergli di intervenire sulla viabilità, soprattutto in considerazione del fatto che sembra l’ultima ratio.