di Michelangelo Russo
Leggo sempre volentieri gli articoli su questo giornale dell’Architetto Alberto Cuomo. Mi interessano le questioni urbanistiche illustrate da un esperto della materia quale lui è indubbiamente. Ma non sapevo che avesse esperienza anche in materia di rifiuti e monnezza in genere, tanto da centrare il suo intervento sul coinvolgimento, nell’istruttoria di Potenza sui rifiuti potentini, dell’Architetto Enzo Andreola, funzionario della Regione e in un lontano passato (trenta anni fa) consulente, unitamente ad altri, del sottoscritto (e di tanti altri Pubblici Ministeri) in svariati processi di Tangentopoli; a partire dalla Fondovalle Calore e dal Trincerone di Salerno, per finire (ahiah!) all’istruttoria sul Nuovo Tribunale che doveva sorgere nella zona litoranea nei pressi dello Stadio Arechi.
Progettista principale di quell’opera fu proprio l’Architetto Professor Cuomo. Il progetto, nel 1994, fu oggetto di sequestro da parte del sottoscritto per asserita mancanza di esecutività dello stesso, per il cui pagamento, se mal non ricordo, i progettisti, per l’asserita a loro volta esecutività progettuale avevano richiesto una parcella di circa un miliardo di lire del tempo. L’opera si fermò e pure temporaneamente, la parcella; ma non fui io a proseguire l’istruttoria successiva per l’avvenuto mio trasferimento dopo poco a Lagonegro nel ruolo di Procuratore Capo. L’istruttoria, curata quindi da altri, durò qualche anno e terminò con l’assoluzione degli indagati. Questa la storia, e questo mi pare evidente che non sia stato raccontato dalla pur apprezzabile memoria del Prof. Cuomo. Peccato! Un accenno a questi fatti avrebbe evitato a chi ha ricordo di quegli eventi (e sono ancora tanti) la spiacevole impressione che il Prof. Cuomo si sia occupato della materia dei rifiuti non per legittimi interrogativi critici sulla qualità del servizio Regionale in merito, ma per far sapere a tutti che l’Architetto Andreola era un accanito sostenitore di tesi accusatorie sulle malefatte progettuali di Tangentopoli, spalleggiato da un Pubblico Ministero fuorviato, evidentemente, da un tecnico che trenta anni dopo sarebbe stato coinvolto in un’inchiesta sul traffico internazionale di rifiuti. Atteso l’inaspettato interesse cronistico del Prof. Cuomo per i viaggi della monnezza campana, l’articolo adombra, per chi sa i fatti, un certo risentimento individuale per eventi remoti. Stupisce che il Prof. Cuomo, di solito accorto e preciso nelle sue critiche all’amministrazione cittadina e deluchiana in genere, abbia glissato sugli equivoci possibili che il suo intervento giornalistico avrebbe potuto suscitare.
Inopportuno, quindi, a mio avviso il suo articolo puntato sul ruolo centrale nelle inchieste di Tangentopoli avuto dall’Architetto Andreola. Il Professor Cuomo sa benissimo che non è vero! Altri validissimi tecnici hanno fatto parte di quei collegi di esperti, con la stessa valitudine (vittoriosa) del nostro. Vittoriosa, in quanto, su quelle relazioni tecniche, la Cassazione suggellò sentenze definitive di condanna e di prescrizione (che non è assoluzione).
Devo invece notare che, a differenza del Prof. Cuomo, l’Onorevole Fulvio Bonavitacola, che pure teoricamente potrebbe essere sospettato di conservare un risentimento personale verso quel gruppo di tecnici (tra cui Andreola) che redassero le relazioni dimostranti l’inesecutività dei progetti, e questo per il suo coinvolgimento nel processo del Trincerone, ebbene l’Onorevole Bonavitacola, citato criticamente dal Professore nell’articolo, non ha mai detto una sola parola contro l’inchiesta e gli inquirenti. Con uno stile che gli fa onore. Ma, si sa, i comunisti di una volta erano gente tutta di un pezzo che non si perdeva in piagnucolii, tanto più inopportuni quando, momentaneamente, l’avversario antico o attuale è in un momento difficile. E’ questione di classe. E sebbene su queste colonne più volte abbiamo avuto scontri con il Prof. Cuomo, mi piace ricordare i suoi splendidi articoli che scriveva sul finire degli anni ’80 su una prestigiosa e bella rivista salernitana, a diffusione nazionale, di architettura. Mi aspetto il suo aiuto su queste colonne contro i nuovi disastri edilizi che si prospettano con la svendita dei ruoli comunali.
Quanto ad Andreola, rispetto ovviamente il lavoro della Procura di Potenza sulla vicenda, ma ho come l’impressione che la sua iscrizione sul registro degli indagati risponda solo alla nota formula degli “atti dovuti” in attesa di chiarimento.
Michelangelo Russo